Cercasi disperatamente leader per la Sinistra o se si preferisce per l'Alternativa alla dittatura liberista e del finanzcapitalismo incarnata in Italia dal suo plenipotenziario Mario Monti. Età dai 35 ai 45 anni, preferibilmente donna, dotato di sufficiente carisma e prestigio per sparigliare – forte di un consenso e di una popolarità diffusi - i giochi e i giochini, frutto di egoismi e di ambizioni personali, dei vari capetti dell'opposizione, esterno ai partiti esistenti per non restarne intrappolato nei rispettivi veti. Segni particolari: onesto. A me vengono in mente i nomi di Maurizio Landini, 51 anni sindacalista, Roberto Scarpinato, 60 anni magistrato antimafia e fine intellettuale, Milena Gabanelli, 56 anni giornalista – tutti a dire il vero oltre il range d'età ipoteticamente ideale per rappresentare una candidatura di vero cambiamento – ma mi auguro che in giro ce ne siano altri e magari di migliori a cui non ho pensato. Ci sarebbe stato anche Luigi De Magistris, 45 anni ex magistrato ed ora sindaco di Napoli, che però ha deciso di saltare un turno e di riproporsi alla prossima occasione anche perché, al di là di ogni considerazione dietrologica, non poteva certo abbandonare l'incarico di primo cittadino della città partenopea dopo nemmeno due anni dall'elezione. Mi rendo conto che puntare tutto sul leader sia una scorciatoia ed una semplificazione pericolosa, che non sia il percorso ottimale, politicamente corretto per la costruzione dell'alternativa rispettando gli ideali di scuola della sinistra e/o della politica 2.0: rifiuto del leaderismo, affermazione del principio che ciascuno vale uno, percorso condiviso e partecipato dal basso per l'elaborazione del programma politico e delle regole di organizzazione del soggetto politico (utilizzando le opportunità offerte dal web), coinvolgimento dei movimenti e delle associazioni di base e via discorrendo. Ma non c'è più tempo come è scritto nel Manifesto fondativo del Soggetto Politico Nuovo (Alba) e, anche se tutte quelle 'norme' che ho sopra menzionato non fossero utopia e non si dovesse tornare alle logiche leniniste di organizzazione politica, le elezioni sono dietro l'angolo.
Sconfitta almeno per il momento la destra berlusconiana non è certo sconfitta la destra e gli interessi che rappresenta e che ha trovato in Monti e nelle sue politiche classiste e di macelleria sociale il suo nuovo campione, sostenuto da gran parte delle principali forze economiche e politiche del Paese: la grande finanza predatoria, la Confindustria, il Vaticano, i sindacati pur con qualche flebile distinguo, il PD, l'UDC, lo stesso PDL. La prospettiva più probabile della prossima legislatura è la continuazione del montismo, con Monti o senza Monti, e ciò rende sempre più indispensabile la costruzione di una linea di resistenza. Le varie componenti dell'opposizione radicale all'agenda Monti non riescono ad organizzare una proposta unitaria, seguendo il modello Sicilia (FDS, IDV, SEL, verdi tutti insieme a sostenere un candidatura di eccellenza quale quella della sindacalista Fiom Giovanna Marano dopo l'inopinato passo indietro a cui è stato costretto, per problemi burocratici, l'altrettanto ottimo Claudio Fava) e trovano sulla propria strada l'ingombrante presenza del Movimento 5 Stelle che pur rappresentando oggi il maggior partito di opposizione è indisponibile a qualunque tipo di alleanza con le altre forze politiche (e a volte si ha il sospetto, lo ammetto dietrologico e complottista, che soggetti come il movimento di Grillo, pur con innegabili caratteri positivi, svolgano, magari a loro stessa insaputa, la funzione di canalizzare il dissenso verso lidi non pericolosi per il sistema e stante anche la realtà ignobile del PD contribuiscano ad impedire la nascita di un'alternativa di sinistra per il superamento o almeno la trasformazione del capitalismo). Condivido appieno pertanto quanto ha scritto Piero Sansonetti (mi pare di capire in accordo col il suo vecchio leader Bertinotti) sul quotidiano on line Gli Altri: no alla linea vendoliana per una sinistra di governo e si alla nascita di un'opposizione politica in grado di rappresentare e promuovere il conflitto sociale che anche da una posizione di minoranza, ce lo insegna la storia del PCI paragonata ai governi dell'Ulivo e del centro-sinistra, può ottenere molti più risultati a favore dei ceti popolari di quanti se ne raggiungerebbero occupando qualche poltrona in un Esecutivo prigioniero delle logiche del fiscal compact e delle compatibilità imposte dalla UE, dal Fondo Monetario Internazionale e dai mercati finanziari. A tal fine Sansonetti chiede a Maurizio Landini di candidarsi e prendere la guida di tale schieramento affinché, sulla base del prestigio e della popolarità di cui gode, riesca ad ottenere l'unità delle forze di opposizione radicale. Onestamente mi sembra difficile individuare una candidatura migliore e più efficace. E gli esiti delle elezioni comunali di Napoli e di Palermo e dei referendum su nucleare e acqua ci dimostrano che la partita a quel punto sarebbe tutta da giocare.