Cercasi redattori!

Creato il 18 settembre 2011 da Eastjournal @EaSTJournal

East Journal cerca redattori, e il tempo è tiranno. Avete tempo fino al 29 settembre per scriverci, poi seduti in quel caffé non penseremo più ad ingrossare le nostre fila dedicandoci invece alle sfide che ci attendono  nel nostro secondo anno di attività. Lo diciamo subito chiaro: vorremmo qualcuno con la voglia di dedicarsi con un minimo di continuità al nostro progetto. Tradotto in soldoni: un articolo ogni otto giorni e qualche idea da mettere in condivisione. Nella massima rilassatezza e serenità. Leggetevi quanto segue e scoprirete tutto di noi.

Siamo alla ricerca di persone motivate, meglio se giovani, preparati, rilassati. Non siamo né l’Economist né l’Herald Tribune, quindi chi si approccia a noi lo faccia con informale leggerezza. E prima di tutto si legga il nostro “manifesto” nel quale spieghiamo il nostro modo di fare giornalismo. Siccome l’Italia è un paese per vecchi, preferiamo reclutare under 30, che vogliano partecipare a un progetto di giornalismo partecipativo condividendo le nostre idealità. Un buon modo per condividere le nostre idealità è non condividerle.

In cambio offriamo una vetrina, un gruppo che cerca di farsi avanguardia partecipando al percorso d’integrazione europea, fornendo informazione no copyright e libera conoscenza. Vorremmo essere laboratorio per una nuova idea di giornalismo nel nostro stanco Paese. Se non ci riusciremo, cosa probabile, beh… valeva la pena tentare.

Se vi piace, proponetevi. Mandate un breve curriculum (niente di serio, giusto per conoscerci) e dite di cosa vorreste occuparvi: economia, sociologia, storia, cultura, politica, oppure quali aree geografiche prediligete. Unica richiesta, sarebbe bello se conosceste WordPress.

La nostra porta è aperta a tutti, tranne a chi ha la verità in tasca. A East Journal c’è un Direttore ma non comanda, ogni decisione è presa – a seconda del tipo – dai caporedattori, dalla redazione e dall’assemblea tutta: collaboratori compresi. Ah, sia chiaro, non abbiamo una lira. Nessuno di noi, nessuno, prende un soldo per quello che fa, ma se avete letto il nostro manifesto già lo sapete.


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