Se lo chiede il giornalista Ferruccio Sansa, sull'onda dell'eco di Sottomissione di Michel Houellebecq, dove dietro le vicende dei personaggi c'è l'affresco di un'epoca e dei sue ansie (l'islamizzazione).
Scrive Sansa: "da quanto tempo la cultura italiana non tenta opere che abbiano come protagonisti solo gli individui, ma il tempo in cui viviamo?Viene da pensare ai grandi della letteratura russa, a Guerra e Pace di Tolstoj. Nessuno dimentica le figure di Andrej, Pierre, Natasha. Ma il protagonista - e qui sta la grandezza - era la vita. Il tempo".
"A pensare all'Italia vengono in mente i Promessi Sposi, più recentemente I vicerè o Il Gattopardo. Certo, è cambiata la prospettiva del racconto: l' Io ha preso la scena". Ma "il mondo può essere visto attraverso gli occhi del singolo che, smarrito, si trova costretto a comprendere il tempo in cui vive. (...) Abbiamo alle spalle quel capolavoro dimenticato di Guido Morselli, Roma senza papa, che descrive i tormenti della Chiesa con quarant'anni di anticipo. O scritti visionari e meno noti come Habemus Papam, Francesco (1999) del prete genovese Paolo Farinella. Casi isolati".
" Prevale l'introspezione (o la rinuncia). Ma l'oggi e il domani, la dimensione corale e civile dell'esistenza? Eppure quanti spunti si offrirebbero: la corruzione che è insieme piaga individuale e nazionale. Poi la crisi che apre diseguaglianze insopportabili. Perfino il berlusconismo. Che figura tragica e straordinaria sarebbe - suo malgrado - il Cavaliere. Roba da Molière o Shakespeare. Ma quanto è raro trovare uno scrittore che si avventuri nell'affresco. Come diceva il magistrato che si occupava dei "Furbetti del quartierino": "Il ritratto più vero, fulminante, di questa Italia l'ho trovato solo nelle intercettazioni telefoniche".
A cura di Marisa Foglia
Da: "Cercasi scrittore che sveli l'Italia", di Ferruccio Sansa" (FQ 9/2/15, p. 18)