Cerchi un lavoro sicuro? Opinionista ciclistico in tivù: fatti avanti!

Creato il 05 gennaio 2015 da Manuel
Sono il tramite catodico e giornalistico tra noi comuni mortali seduti in poltrona, e i protagonisti dell’evento sportivo. Integerrimi professionisti del microfono o della penna, che fanno dell’imparzialità professionale il loro inno. Mentre fior di opinionisti continuano a menarla con il fatto che l’UCI deve difendere le corse storiche dall’invasione in calendario di corse più giovani che rendono la stagione senza fine solo per soldi, RCS (leggi Gazzetta) lancia un nuovo evento ciclistico che si terrà alla fine della stagione, con una mini corsa a tappe ad Abu Dhabi (4 tappe), nel cuore di quella che oggi è la terra più ricca sfondata del mondo. I ciclisti non si annoieranno nei giorni precedenti l’evento; 4 ottobre 2015 Giro di Lombardia, 5 ottobre presentazione Giro 2016, la sera stessa si parte per Abu Dabhi e vi si arriva la mattina dopo. Il giorno dopo presentazione delle squadre e quindi la gara da giovedì a domenica. Settimana piena insomma. Il Giro di Lombardia non sarà più la corsa considerata come la chiusura della stagione (anche se già quello dell’Emilia lo corrono dopo). Ci aspettiamo quindi che la Gazzetta (mamma di Tirreno, Sanremo, Giro, Lombardia) venga un po’ messa in croce. Quando il Tour era l’unico grande giro ad avere la cronosquadre, i giornalisti italiani criticavano i francesi e continuavano a menarla con il discorso che la prova a squadre falsava la classifica. Quando una decina di anni addietro anche il Giro (per avere l’allora CSC di Riis e Basso) introdusse la cronosquadre, la squadriglia ‘menante’ del fior di opinionisti si ridusse misteriosamente. Quando negli anni ’90 il Tour faceva spesso delle partenze dall’estero quasi una tradizione, i giornalisti italiani esaltavano il Giro tutto nazionale. Adesso che il Giro sta imitando da anni la gara francese, la stessa epidemia ha colpito ancora e da tempo i nostri leggendari opinionisti, che ora esaltano il pubblico estero e le accoglienze che all’estero ricevono. Quando l’UCI introdusse, pochi anni fa, il divieto per gli atleti di usare medicinali o prodotti di recupero tramite iniezioni, per evitare che qualcuno invece dei sali sbagliasse casualmente la sacca – quasi trasparente nel contenuto – e si ficcasse in vena quelle dove il contenuto era color vino rosso di aspetto leggermente denso (quindi facilmente confondibili), un’allora noto opinionista RAI, vincitore di 2 Giri, ex ciclista di Telekom (Ullrich), Discovery (Armstrong), Astana (Vinokurov) ed LPR (Di Luca), e protagonista di episodi di pesante amnesia ciclistica – causati dal feroce virus denominato “Convocazione presso la Procura Antidoping del Coni” – disse che era una decisione assurda, venne confortato in quel pensiero da una nota giornalista televisiva, nota per l’ampio respiro professional/umanitario, soprattutto nel dare risalto alle figure di ex ciclisti italiani che hanno chiuso le loro carriere con patteggiamenti per magagne doping. Insomma, ci aspetta in poltrona un’altra stagione entusiasmante!

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