Cerco casa disperatamente

Da Pythia
...bè, disperatamente è una parola grossa, direi che Apollo e io stiamo iniziando a guardaci intorno: il contratto del nostro Antro scadrà tra un anno e visto che questa doveva essere una sistemazione provvisoria ci prendiamo per tempo.
Ieri abbiamo visitato la prima candidata ad essere la nostra nuova dimora: l'annuncio descriveva un rustico ristrutturato, con piscina, ammobiliato, a un prezzo davvero conveniente. Nonostante fosse decisamente fuori mano, in un paesino sperduto tra colli e campi - una meraviglia, non c'è che dire! - abbiamo voluto soddisfare la nostra curiosità.
Seguiamo le indicazioni del proprietario, semaforo, destra, prima a destra; cerchiamo i numeri civici e io prego ogni santo che non sia quella cosa rosa porcellino. Ho pregato invano.
La conferma l'abbiamo avuta dall'auto bianca parcheggiata dirimpetto, come da avviso del proprietario. Io mi aspettavo un'utilitaria, magari una bmw a farla grande...era una Rolls. Di quelle col cofano squadrato e la statuina in bilico sulle punte.
Ecco che si apre il cancello e da dietro spunta il re dei tamarri: biondo ossigenato con tanto di coda, una faccia aragosta fosforescente, camicia di seta nera su un paio di pantaloni neri fermati da una cintura con borchia "LV" formato dvd. Mancavano solo i denti scintillanti alla Jingle Pentagramma.
Ho indossato il mio migliore sorriso da premiazione degli Oscar, tentando, per i successivi tre quarti d'ora, di trattenere nausea e ilarità isterica.
Ci accoglie a braccia aperte e ci invita a fare un giro del giardino: 1, 2, 3, 4 passi ed è stata cosa fatta.
"Questa è la piscina", tutto orgoglioso di una pozzanghera abbellita da una Venere marmorea in abiti discinti, con benda (di seta?) nera sugli occhi.
Ci fa quindi accomodare: un ingresso molto ampio, con caminetto e angolo cottura, dà su una scala e su un'altra stanza a pianterreno. Ovunque, riproduzioni dozzinali di dipinti d'autore, con preferenza per Van Gogh, ingabbiati in pacchiane cornici dorate. Proseguiamo in quella che è stata battezzata la stanza del porno e che potrebbe diventare una cucina: divano di pelle bianca dirimpetto a una parete di specchi.
Specchi che troneggiano ovunque, dal bagno alla camera da letto. Vorrebbero ingannare l'occhio, aumentando l'impressione dello spazio, invece sanno di voyeur di campagna.
La gita al pianterreno non ci prepara minimamente a quello che ci aspetta al piano nobile: mai come in questo caso l'espressione è stata presa in senso letterale.
Siamo nel sottotetto, con travi a vista, parquet e marmorino rosa ovunque; sempre i soliti quadri alle pareti. Una grande stanza-salotto occupa gran parte dello spazio  e come già al nostro arrivo gli occhi non sanno dove rifugiarsi. Da un lato, un divano di pelle bianca è forse il dettaglio più sobrio; schermo piatto da 40 pollici dirimpetto, e fin qui tutto ok; poi sulla parete sud fanno a gara per il kitsch dell'anno un tavolo di vetro retto da una coppia di delfini bianchi e una poltrona-trono in oro con tappezzeria di colori improponibili. Ai suoi piedi, un tappetino stile persiano, per non raffreddarsi i piedi sul nudo pavimento, forse.
Ci consoliamo con la splendida vista che si gode dalla finestra, per prepararci a quello che ci aspetta in camera da letto.
Per fortuna questa volta ci accoglie "solamente" la solita parete di specchi; un letto e un armadio, con comodino e cassettone, sembrano estremamente fuori posto.
Il padrone di casa si spertica nelle lodi più assurde, autoincensando il suo gusto personale (Alka Seltzer!!!) e cercando di convincerci che sia un affare irripetibile.
Scendiamo per un altro giro di ricognizione, poi finalmente riusciamo a congedarci.
Tra un paio di giorni lo chiameremo e, ringraziando della disponibilità, declineremo l'offerta - che durante la visita era già scesa di 10 mila euro rispetto l'annuncio: purtroppo manca il garage, sa com'è, Apollo tiene tanto al suo carro del sole...