Cerere come non l’abbiamo mai visto

Creato il 05 febbraio 2015 da Media Inaf

Lo scorso 4 febbraio il sistema di telecamere su Dawn ha ripreso un quarto della rotazione del pianeta nano Cerere attorno al proprio asse. La sonda Dawn si sta avvicinando pianeta nano Cerere ed entrerà nella sua orbita i primi di marzo. Credit NASA

Continua l’inarrestabile viaggio di Dawn verso Cerere. La sonda della NASA, lanciata nel 2007 da Cape Canaveral, si trova ora a 145.000 km dal pianeta nano, e nella giornata del 4 di febbraio ha scattato una nuova serie di spettacolari immagini. Grazie alla sua posizione privilegiata, la camera a bordo di Dawn ha scattato immagini della sua superficie di Cerere con la risoluzione pari a 14 km per pixel, un risultato senza precedenti per questo oggetto celeste.

Anche lo strumento italiano VIR ha acquisito i primi dati spettrali in questa fase di avvicinamento a Cerere, osservandone la superficie nei 864 canali spettrali dall’ultravioletto fino all’infrarosso. Sono molte le sorprese che ci aspettiamo di avere da queste dettagliate osservazioni.

A un mese dall’ingresso in orbita attorno a Cerere, previsto per il 6 marzo prossimo, la missione Dawn non smette di stupirci, regalandoci scatti sempre più ravvicinati di questo intrigante pianeta nano.

La missione Dawn, dedicata a Vesta e Cerere, è gestita dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) per conto del Science Mission Directorate della NASA a Washington. Dawn è un progetto del Programma Discovery, gestito dal Marshall Space Flight Center della NASA a Huntsville, in Alabama. L’Università della California a Los Angeles (UCLA) è responsabile della supervisione scientifica della missione Dawn. L’Orbital Sciences Corp. a Dulles, in Virginia, ha progettato e costruito il veicolo spaziale. Il JPL è gestito, per conto della NASA, dal California Institute of Technology di Pasadena. Le camere a bordo della sonda sono state realizzate dal Max Plank Insitute for Solar System Research a Gottihgen, in Germania, con significativi contributi del l’Institute of Planetary Research del German Aerospace Center (DLR) a Berlino, e in coordinazione con l’Institute of Computer and Communication Network Engineering di Braunschweig. Lo spettrometro ottico e infrarosso, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, costruito da Selex ES, viene gestito e fatto operare dall’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali di Roma dell’INAF. Il rivelatore di raggi gamma e neutroni è stato costruito dal Los Alamos National Laboratory in New Mexico, e viene gestito dal Planetary Science Institute a Tucson, in Arizona.

Fonte: Media INAF | Scritto da Elisa Nichelli


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