Certo che "non siamo le nostre parole". Se così fosse, io sarei un ammasso di versi, di urla e di sorrisi. Ciò che siamo invece è l'interpretazione che gli altri hanno delle parole e di questi miei versi, delle mie urla e dei miei sorrisi. Interpretazioni: ovvero opinioni, ossia quel che gli altri credono che certe espressioni vogliano dire. L'espressione sul mio viso che papà definisce "sorriso", così come il pianto, sono la sua interpretazione dei miei stati d'animo. Allo stesso modo, quando lui gioca con me, io mi diverto perché so che lui vuole divertirmi. E' in qualche modo un gioco delle parti, una specie di convenzione, proprio come quando faccio un sorriso e tutti sono d'accordo con l'affermare che sto sorridendo.