Fra chi ci governa, e quelli che vorrebbero farlo con tutte le loro forze, c’è una confusione totale. Un impoverimento di idee, di proposte, di etica e di morale che ormai ci rende un paese degno di essere ascritto nel pur nobilissimo Quarto Mondo. Solo ieri, fra il premier in corso e coloro che ne inseguono il ruolo e i privilegi, è stato un florilegio di scemenze che manco a “La sai l’ultima”, tutto lavoro per Blob che ovviamente non si perde una perla e ringrazia. Mario Monti. Parlando a New York il premier ha detto: “Se me lo chiedono, in circostanze speciali valuterò. Però non mi candido”. Il Professore parlava della possibilità di essere ancora lui a guidare il governo che uscirà dalle elezioni del 2013, dando a tutti l’impressione che gli piace vincere facile, diciamo un 3 a 0 a tavolino senza scendere in campo, una partita persa per abbandono dell’avversario. Insomma, Professore, se vuole governare perché non si candida alle prossime politiche sottoponendosi, come perfino la Polverini ha fatto, al giudizio popolare? Da questo orecchio Mario Monti sembra essere sordo come una campana, resta il fatto che comunque ci sta provando. È proprio vero che il potere logora chi non ce l’ha (o non ce l’ha più). Al premier hanno risposto a stretto giro di take sia Bersani che Berluspony. Il primo dallo chalet di Cesenaticodove stava sorseggiando una birra da solo, il secondo dalla presentazione del Grande imbroglio, l’ultimo best seller di Renato Brunetta. A questo proposito c’è da dire che Silvio ne ha dette di tutti i colori. Ha iniziato attaccando ancora l’euro definendolo “un imbroglio” e ha finito dicendo “Se la Germania dovesse decidere di uscire dalla moneta unica non sarebbe un dramma”. Nel mezzo ha avuto il tempo per svillaneggiare Brunetta sulla sua altezza (lui, il Nano Bifronte!), e di prendere una topica colossale sul Ferrara direttore del Foglio, che ha chiamato Giovanni invece di Giuliano. Insomma, un Berluspony completamente fuso al quale o qualcuno decide di cambiargli le bronzine o correremo il rischio di ritrovarcelo a presentare Sanremo al posto di Fazio con Nicole a far da valletta sfilando in lingerie. Intanto non passa la legge anticorruzione. Il fronte del no è larghissimo e ne fanno parte esponenti di quasi tutti i partiti politici. In questo paese non c’è modo di colpire in maniera esemplare chi corrompe e chi si lascia corrompere. E meno male che la Severino, appena insediata, aveva dichiarato a tutto il mondo che avrebbe inserito fra i reati penali anche la corruzione fra privati. Perla delle perle. Bocciata la proposta di legge che intendeva introdurre anche in Italia il reato di “tortura”. Sapete chi si è opposto? Il Pdl, la Lega e il partito del Moscone Verde, Pierfy Casini, l’Udc. Ma la chiesa, onorevole eminenza Bagnasco, che ne pensa?
Cervelli in pappa. La lotta a chi spara più minchiate fra chi governa e chi vorrebbe farlo procede serrata.
Creato il 28 settembre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsortiFra chi ci governa, e quelli che vorrebbero farlo con tutte le loro forze, c’è una confusione totale. Un impoverimento di idee, di proposte, di etica e di morale che ormai ci rende un paese degno di essere ascritto nel pur nobilissimo Quarto Mondo. Solo ieri, fra il premier in corso e coloro che ne inseguono il ruolo e i privilegi, è stato un florilegio di scemenze che manco a “La sai l’ultima”, tutto lavoro per Blob che ovviamente non si perde una perla e ringrazia. Mario Monti. Parlando a New York il premier ha detto: “Se me lo chiedono, in circostanze speciali valuterò. Però non mi candido”. Il Professore parlava della possibilità di essere ancora lui a guidare il governo che uscirà dalle elezioni del 2013, dando a tutti l’impressione che gli piace vincere facile, diciamo un 3 a 0 a tavolino senza scendere in campo, una partita persa per abbandono dell’avversario. Insomma, Professore, se vuole governare perché non si candida alle prossime politiche sottoponendosi, come perfino la Polverini ha fatto, al giudizio popolare? Da questo orecchio Mario Monti sembra essere sordo come una campana, resta il fatto che comunque ci sta provando. È proprio vero che il potere logora chi non ce l’ha (o non ce l’ha più). Al premier hanno risposto a stretto giro di take sia Bersani che Berluspony. Il primo dallo chalet di Cesenaticodove stava sorseggiando una birra da solo, il secondo dalla presentazione del Grande imbroglio, l’ultimo best seller di Renato Brunetta. A questo proposito c’è da dire che Silvio ne ha dette di tutti i colori. Ha iniziato attaccando ancora l’euro definendolo “un imbroglio” e ha finito dicendo “Se la Germania dovesse decidere di uscire dalla moneta unica non sarebbe un dramma”. Nel mezzo ha avuto il tempo per svillaneggiare Brunetta sulla sua altezza (lui, il Nano Bifronte!), e di prendere una topica colossale sul Ferrara direttore del Foglio, che ha chiamato Giovanni invece di Giuliano. Insomma, un Berluspony completamente fuso al quale o qualcuno decide di cambiargli le bronzine o correremo il rischio di ritrovarcelo a presentare Sanremo al posto di Fazio con Nicole a far da valletta sfilando in lingerie. Intanto non passa la legge anticorruzione. Il fronte del no è larghissimo e ne fanno parte esponenti di quasi tutti i partiti politici. In questo paese non c’è modo di colpire in maniera esemplare chi corrompe e chi si lascia corrompere. E meno male che la Severino, appena insediata, aveva dichiarato a tutto il mondo che avrebbe inserito fra i reati penali anche la corruzione fra privati. Perla delle perle. Bocciata la proposta di legge che intendeva introdurre anche in Italia il reato di “tortura”. Sapete chi si è opposto? Il Pdl, la Lega e il partito del Moscone Verde, Pierfy Casini, l’Udc. Ma la chiesa, onorevole eminenza Bagnasco, che ne pensa?
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