Cesanese del Piglio

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La zona vinicola


La zona vinicolo del Cesanese del Piglio è un'area poco estesa in provincia di Frosinone, nei dintorni del del monte Scalambra tra le valli dei fiumi Sacco e Aniene.

La geologia della zona è costituito da rilievi generalmente calcarei, di media elevazione, dell' Appennino. Sono tre i gruppi principali di formazioni geologiche: il primo costituito da terreni sedimentari principalmente calcarei e terrigeni di età mesozoico-cenozoica; il secondo da formazioni sedimentarie di età pliocenica, a carattere prevalentemente arenaceo; il terzo dovuto all'intensa attività vulcanica. Le formazioni calcaree appartengono a caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche di mare sottile con calcari a grana grossolana, di origine bioclastica o organogena, spesso intercalati a dolomie, legati all'attività di organismi costruttori che edificarono, nei tempi passati, potenti scogliere coralline simili a quelle ben più note delle dolomiti. Sono presenti anche alcune caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche cosiddette di transizione, costituita da sedimenti di mare profondo in cui è possibile rinvenire apporti più grossolani, derivati dallo smantellamento delle piattaforme carbonatiche che costituivano le antiche scogliere.

Notevole la diffusione anche di elementi terrigeni con caratteristiche di tipo flyschioide, ovvero di alternanza ritmica di arenarie e marne.

Il clima è decisamente mediterraneo, con inverni miti ed estati siccitose. Il periodo più piovoso va dalla seconda metà di ottobre all'ultima decade di dicembre. Il periodo più freddo è in gennaio, mentre in primavera il rialzo termico è piuttosto notevole e porta a una stagione estiva caratterizzata da scarsità o assenza totale di precipitazioni e una temperatura non eccessivamente calda, per l'azione della brezza marina che mitiga la notevole insolazione.

Inutile dire che dal punto di vista storica, questo vino si perde nella notte dei tempi, con l'Antica Roma a pochi chilometri a fare da catalizzatore per tutti i vini italiani.

I vitigni rossi


I due vitigni principali utilizzati per produrre il Cesanese del Piglio DOCG sono il Cesanese di Affile e il Cesanese comune. Possono essere usati anche il Sangiovese, il Montepulciano, il Barbera, il Trebbiano Toscano e il Bombino Bianco.

Il Cesanese di Affile è un vitigno a bacca nera le cui origini sono tutt'ora incerte, descritto nel Bollettino Ampelografico del secolo scorso e citato dall'Acerbi nel 1825 che lo descrive come "Cesanese, atto a produrre un vino generosissimo, con acini sferoidi, azzurri nerastri".

Ha un grappolo e acino medio, con buccia consistente, spessa, di colore nero-violaceo, ricoperta di abbondante pruina. È di produttività abbondante e costante. Preferisce forme di allevamento di media espansione con potatura media o corta. Ha difficoltà di maturazione a quote piuttosto elevate o in zone poco esposte. È sensibile a quasi tutte le malattie crittogamiche e soffre spesso di colatura del grappolo. Si adatta abbastanza bene alle diverse condizioni climatiche.

Il Cesanese comune invece ha grappolo piccolo, con acino piccolo e buccia ricoperta di abbondante pruina, consistente e di medio spessore, di colore blu-nero. Predilige le stesse forme di allevamento e potatura del suo parente ma produzione è incostante seppur nella media.

Il Cesanese del Piglio DOCG


L'istituzione della denominazione di origine controllata e garantita Cesanese del Piglio è del decreto ministeriale del 1° agosto 2008, ed autorizza la produzione di vini rossi nei comuni di Piglio e Serrone e parte del territorio di Acuto, Anagni e Paliano.

Le uve autorizzate sono il Cesanese di Affile e il Cesanese comune che devono essere presenti, da soli o congiuntamente, per minimo il 90% dell'assemblaggio, a cui possono concorrere altri vitigni a bacca rossa autorizzati nella regione Lazio per non più del 10%.

Sono disciplinate due sole tipologie, il Cesanese del Piglio o Piglio e il Cesanese del Piglio o Piglio Superiore che devono avere rispettivamente almeno 12,00% vol e 12,50% vol di gradazione alcolica minima, con rese massime delle uve fissate a 11 tonnellate per ettaro per quanto riguarda il primo e 9 tonnellate per il secondo.

È vietato l'impianto delle viti secondo il sistema a doppia posta. Sono consentite le operazioni di vinificazione e di imbottigliamento, solo per il Cesanese del Piglio, con esclusione delle tipologie

«Superiore» e menzione «Riserva», nei comuni di Arcinazzo Romano, Affile, Roiate, Olevano Romano, Genazzano in provincia di Roma, solamente se i vinificatori producevano vino DOC Cesanese del Piglio nei tre anni consecutivi prima dell'entrata in vigore del disciplinare.

Per il Cesanese del Piglio la commercializzazione è consentita non prima del primo febbraio dell'anno successivo alla vendemmia mentre per il vino Superiore è consentita non prima del primo luglio del secondo anno successivo alla vendemmia.

La tipologia Cesanese del Piglio Superiore sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore a 20 mesi, di cui 6 mesi di affinamento in bottiglia e con un titolo alcolometrico volumico totale minimo di 14,00% vol, può fregiarsi della menzione aggiuntiva Riserva.

Sono consentite le menzioni Secco, Amabile, Dolce, Frizzante, Spumante e Asciutto per il Rosso generico.

Il Cesanese del Piglio è di colore rosso rubino con riflessi violacei. L'odore è caratteristico del vitigno di base, con sapore morbido, leggermente amarognolo e secco. A tavola gli abbinamenti sono con le zucchine, con le fettuccine ciociare con rigaglie di pollo, il pollame arrosto o in umido e l'abbacchio al forno. Nella tipologia Amabile e Dolce gli accostamenti sono con le crostate di frutta e i mostaccioli, così come nelle versioni spumantizzate.

Il Cesanese del Piglio Superiore ha colore rosso rubino, tendente al granato con l'invecchiamento. Il profumo è intenso, ampio, con note floreali e fruttate mentre il sapore è secco, armonico, di buona struttura, con retrogusto gradevolmente amarognolo.

Le aziende


Tra le aziende segnaliamo il Romanico di Coletti Conti, possente e bilanciato, con un importante struttura tannica e di glicerina, per un finale lunghissimo. Da servire sui 18° C.

Marcella Giuliani vinifica il Dives dal rosso rubino e i profumi di prugna, rosa, visciole e geranio. In bocca sono evidenti le note di confettura di marasche, le spezie e i tannini eleganti.

Il Colleforma di Giovanni Terenzi ha sentori di prugna e ribes, con un palato secco e caldo, con tannini molto evidenti ma levigati.



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