Senza entrare nel merito del passato di Cesare Battisti, che può anche aver partecipato ad azioni terroristiche e pure compiuto qualche omicidio, come già espresso in tanti miei precedenti post sul caso, la questione sul suo giudizio non è tanto quella materiale dell’atto compiuto, ma del clima, della situazione del nostro Paese, delle condizioni in cui ciò che si addossa a Battisti maturò e se si è fatto giustizia completa a 360 gradi degli accadimenti degli anni settanta analizzando l’intero sistema politico-sociale o se come i francesi insegnano si è preso di mira solo la parte sconfitta di una nascente guerra civile nascondendo le malefatte dell’altra parte.
Ecco il nocciolo della questione sta proprio qui: se non si arriva, non solo, ad una riappacificazione fra le due parti, ma soprattutto a comprendere colpe e responsabilità di entrambe le fazioni e a formulare un giudizio complessivo di quegli anni, allora è giusto che Cesare Battisti come altri terroristi rifugiati all’estero, godono delle stesse libertà che godono quelli dell’altra parte.