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Cesare Battisti resta in carcere fino a febbraio. Il suo legale parla addirittura di un golpe. E la crisi diplomatica fra Italia e Brasile si fa più forte

Creato il 07 gennaio 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

a cura di Iannozzi Giuseppe

Cesare Battisti resta in prigione. A febbraio, dopo la riapertura dei tribunali brasiliani, si tornerà a parlare del suo futuro.

Cesare Battisti resta in carcere fino a febbraio. Il suo legale parla addirittura di un golpe. E la crisi diplomatica fra Italia e Brasile si fa più forte
E’ quanto ha deciso il presidente del Supremo Tribunal Federal, Cezar Peluso, bloccando così “l’immediato rilascio” chiesto dai legali dell’ex terrorista rosso, i quali hanno definito “una specie di golpe” tale misura. Sulla scia del ‘no’ all’estradizione annunciato il 31 dicembre dall’ex presidente Lula, nelle ultime ore da Brasilia é giunta un’altra rilevante novità sul caso: un parlamentare brasiliano ha infatti chiesto all’Alta Corte di “sospendere e annullare” tale decisione con un’iniziativa (una acao popular) accolta da Peluso. In Brasile la maggioranza della popolazione non vuole Battisti, non vuole che il terrorista la faccia franca. Il Brasile è da anni che preme per entrare nell’Onu e la decisione di Lula a favore di Battisti rischia di compromettere in maniera irrimediabile il lavoro fatto a tale pro in questi anni.
Come già anticipato, lo stesso Peluso ha d’altra parte messo il caso nelle mani di Gilmar Mendes, uno dei magistrati dell’Stf che è il “relatore” della vicenda in seno alla Corte. Le argomentazioni indicate dal presidente dell’Stf per tali decisioni vanno contro quanto sottolineato dai legali di Battisti e sono invece in sintonia con le posizioni italiane.

Peluso respinge per esempio “il carattere eccezionale” relativo al rilascio di Battisti, tema sul quale continua ad avere competenza il plenario, e non la presidenza, della Corte. Nell’affrontare il ‘no’ all’estradizione da parte di Lula, e in merito a uno degli aspetti chiave dell’intera vicenda, il presidente constata che “non c’é alcun fatto specifico o nuovo” sull’eventuale persecuzione o discriminazione che Battisti possa subire nel caso di dover andare in Italia. Poco dopo la decisione di Peluso è arrivata la reazione del legale di Cesare Battisti, Luis Roberto Barroso. La misura decisa “dall’eminente presidente” Peluso “viola” quanto deciso da Lula, “dall’Stf e il principio della separazione dei poteri in uno Stato democratico di diritto”, afferma in una nota Barroso, che non esita a definire tale decisione “una specie di colpo di Stato”. Nel rilevare che Peluso “non può trasformare una decisione personale nella posizione dell’Stf”, Barroso sottolinea che le dichiarazioni e le notizie pubblicate in questi giorni in Italia “confermano quanto sia giusto” il ‘no’ all’estradizione voluto da Lula. Nel ricordare che sia Peluso sia Mendes un anno fa si pronunciarono per l’estradizione di Battisti, i media locali rilevano che il caso Battisti, come già capitato altre volte nella vicenda, ha innescato uno scontro fra potere giudiziario ed esecutivo. Ma le dichiarazioni non poco sconcertanti e non poco pericolose di Barroso non trovano accoglimento alcuno se non fra gli intimissimi amici-compagni del pluriassassino già condannato in Italia per i suoi delitti.

Agli atti nella Corte c’è anche la richiesta presentata da Fernando Destito Francischini, deputato dello stato del Paranà del socialdemocratico Psdb, principale partito dell’opposizione, che ha chiesto di “sospendere e annullare” l’atto di Lula. Secondo Francischini, con il ‘no’ all’estradizione il governo brasiliano starebbe provocando “una grave crisi diplomatica con il governo dell’Italia”.

Il portavoce della Commissione europea Michael Mann ribadisce che il caso Battisti è una questione “bilaterale” e che “non è prevista una competenza della Commissione”. “Non esiste un trattato di estradizione tra Unione europea e Brasile”, ha spiegato Mann sottolineando che è quindi “una questione bilaterale tra Brasile e Italia”. “Mann parla a nome dell’intero gabinetto Ashton”, ha poi spiegato – nel corso di una conferenza stampa – un altro portavoce della commissione, Olivier Bailly, dopo che ieri la Farnesina aveva commentato le dichiarazioni di Mann come “superficiali” parlando di “caso più complesso” e di una possibile iniziativa Ue, promossa dall’Italia.


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