Ho rotto per una settimana la consegna della solitudine, ma come non accogliere il fedele compagno di viaggio Gastone il fortunato, alias la bionda Patrizia, in crisi di astinenza da libertà? Nonna recentissima e molto attiva, pare fosse sommersa dalle cacche dell'adorato labrador Greta a lei affidato e da quelle della nipotina Emma. Non è facile ritrovarsi improvvisamente fra montagne di pannolini e strilli notturni, le urgeva una sosta, una boccata d'aria profumata. Con un rent a car molto a buon mercato in Israele e lei pilota d'origine controllata, l'ho messa subito in pista per tre giorni di nuove scoperte. Prima tappa Cesarea con il suo parco archeologico. Modesta colonia fenicia 3-4 secoli prima dell'era volgare, Erode la volle considerare la sua città, le diede il nome Cesarea in onore dell'imperatore Cesare Augusto e ne fece iniziare l'edificazione nel 22 a.C. Doveva essere grandiosa, con un anfiteatro che poteva ospitare più di 4000 spettatori (cambiato e rimaneggiato nel corso dei secoli, ora offre incredibili concerti sotto le stelle) ed un altro che fungeva da ippodromo per più di 10.000 persone, il suo palazzo Promontorio davanti al mare, il cardo, naturalmente le terme. Fuori del parco archeologico, quel che rimane delle due dighe, costruzioni lunghe più di 500 metri, blocchi di pietra di immane grandezza piazzati in mezzo ai flutti e costati all'epoca chissà quante vite umane.
Alla sua morte Cesarea divenne la capitale locale dell'impero romano e Ponzio Pilato vi risiedette come prefetto.
Grandioso l'ippodromo che si snoda lungo il mare, una biga in ferro stilizzata sollecita la fantasia a cercare lontano nel tempo.
Accanto si è gradatamente creata una piccola Cesarea moderna, ville e villone lussuose fra giardini e aiuole, buen retiro di ricconi del mondo intero compreso politici locali, ma questa è un'altra storia e per la verità non mi interessa, preferisco il pescatore che mi mostra fiero l'ultimo regalo del mare, spero che il pesce non sia archeologico, puzzerebbe troppo.