Cesc Fàbregas, stella iberica

Creato il 22 marzo 2014 da Simo785

Capelli scuri e profondi occhi quasi neri, tratti semantici che lo bollano come il tipico spagnolo. Ed è proprio dalla calda Spagna che arriva Francesc Fàbregas Soler, detto Cesc, attuale centrocampista della sua squadra del cuore, il Barcellona.

Cesc nasce il 4 maggio del 1987 ad Arenys de Mar, nei pressi di Barcellona. Su sua stessa ammissione, grazie alla passione del nonno e del papà per il calcio e il Barcellona (che lo hanno portato a vedere la sua prima partita a soli nove mesi), è praticamente nato tifoso dello stesso. La sua carriera calcistica inizia all’età di soli dieci anni, quando entra alla Masia, edificio di proprietà proprio del Barcellona, realizzando da subito il sogno di giocare per la squadra catalana. Rimane nelle giovanili del Barcellona fino al 2003 giocando sempre da mediano, cosa che non gli impedisce di segnare di frequente. Nonostante prestazioni convincenti per un ragazzino di quell’età, Cesc non viene fatto esordire in prima squadra con i blaugrana, ma sono molti i club esteri accortisi del suo talento. Inoltre, esordisce per la Nazionale di calcio della Spagna in Under-17 nel Campionato mondiale Under-17, laureandosi il Ragazzo d’Oro del torneo.

Ad avere la meglio sui numerosi club interessati al centrocampista è l’Arsenal, che nel 2003 lo cerca fortemente. Il giocatore decide così di trasferirsi nella capitale inglese per giocarsi le sue chance. Viene subito arruolato in prima squadra, con l’occasione di imparare da calciatori come Patrick Vieira. Il suo debutto non tarda ad arrivare, il 23 ottobre di quell’anno in una partita di League Cup contro il Rotherham United, laureandosi il più giovane giocatore della storia del club ad esordire in prima squadra e poco tempo più tardi anche il più giovane marcatore. Vince il campionato inglese per la prima ed ultima volta con i Gunners, la Community Shield e la Coppa d’Inghilterra.

La stagione 2005/2006 è per lui quella della conferma. Ottiene in totale 49 presenze con 5 reti siglate e soprattutto, grazie a prestazioni sempre più convincenti e determinanti, convince la critica dubbiosa per via della sua fisicità. A fine stagione i giornalisti iniziano a vociferare su una sua possibile cessione al Real Madrid, ma il suo coach Arsène Wenger lo fa blindare dalla società con un prolungamento del contratto. Inoltre, esordisce per la Nazionale maggiore e viene inserito nella lista dei convocati per i Mondiali 2006, ai quali partecipa con buone prestazioni.

La stagione seguente l’Arsenal rimane ancora una volta a bocca asciutta, battuto dai rivali cittadini del Chelsea nella finale di League Cup. Sotto un profilo personale, Fabregàs si mette comunque in mostra quale giocatore chiave della squadra, giocando ogni singola partita di campionato (in totale 54 presente e 4 reti). Viene nominato per molti premi individuali, quali UEFA Team of the Year, Giocatore dell’anno della PFA e Giovane dell’anno della PFA, e viene premiato come Arsenal’s Player of the Season.

La stagione 2007/2008 parte in salita per i Gunners, a causa soprattutto del trasferimento di Thierry Henry, leggendario giocatore dell’Arsenal, al Barcellona. Le difficoltà inziali tagliano le gambe ai giocatori, che non riescono a vincere nessun trofeo, nonostante le numerosi reti (13) siglate da Cesc e le sue ottime prestazioni. La stagione seguente, terminata senza trofei, è impreziosita per Francesc dalla fascia da capitano ottenuta per la prima volta il 24 novembre del 2008 e dalla vittoria della sua Spagna agli Europei 2008.

La stagione seguente, 2009/2010, da un punto di vista individuale, è la migliore per il giocatore, soprattutto da un punto di vista realizzativo. Nonostante una microfrattura al perone che lo costringe a uno stop di sei settimane, conclude con 36 presenze e 19 gol. L’anno successivo è l’ultimo che passa nella capitale inglese, condito da 36 presenze totali e 9 gol, ma ancora nessun titolo. Nel 2010 si consola però con un successo favoloso con la sua Nazionale: Cesc infatti partecipa ai Mondiali in Sudafrica laureandosi campione del mondo con la sua Spagna.

Nell’agosto del 2011, dopo un mercato infuocato che lo ha accostato spesso al Milan, viene ufficializzato il suo trasferimento a titolo definitivo al Barcellona con un contratto di cinque anni e una clausola rescissoria di 200 milioni di euro. Il figliol prodigo torna così alla sua squadra del cuore. Nelle prime due stagioni passate in blaugrana fa del suo meglio collezionando 30 gol in 95 presenze. Nel 2012 inoltre ottiene un altro successo con la sua Nazionale, vincendo gli Europei contro l’Italia in un match che finisce 4 a 0. Anche durante la stagione corrente Cesc non si sta risparmiando, quando chiamato in causa risulta sempre decisivo. Per ora 42 sono le presenze e 13 i gol.

Fàbregas ha un talento enorme, grazie al quale ha la capacità di ricoprire ogni posizione del centrocampo. Il ruolo a lui più congeniale è quello di regista davanti alla difesa, che sviluppa al meglio grazie ai suoi deliziosi passaggi filtranti che incendiano gli spettatori. L’unica critica subita, poi sfatata dallo stesso Cesc grazie alle sue prestazioni sempre più convincenti, è quella di una fisicità troppo debole (179 centimetri per 75 kilogrammi) che lo ha portato in passato a giocare con poca aggressività, come testimoniato dal collega Ashley Cole nella sua autobiografia. Critiche sfumate, lontane, perse nel vuoto ormai. Ciò che ora rimane è il suo talento, la sua splendida visione di gioco, il suo buon fiuto per il gol (nonostante sia un centrocampista) e quell’aria da bravo ragazzo che lo rende amabile da ogni tifoso blaugrana e non.


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