Cesena – Milan, spunto situazionale: attaccare lo spazio lateralmente col lancio del centrale difensivo

-La verticalizzazione immediata: innescare Ibrahimovic nello spazio creato sul lato-

Relegare Ibrahimovic ad “un ruolo” sarebbe come avere la Porsche per andare a prendere il giornale all’angolo. Un concetto di partenza che credo corretto: scordiamoci di poterlo inquadrare sotto una sola lente.

Lo Svedese sa accorciare e andare a giocare la trequarti, sa dare profondità a campo aperto, può e sa giocare largo: Ibrahimovic sa fare tutto, pure il rifinitore… un’enorme risorsa in più per le soluzioni di gioco, non un limite.

Ma veniamo a domani…: il Cesena presenta un modulo base di 4.3.3. La strutturazione speculare porterà i centrocampisti a cercare o un maggior sostegno degli attaccanti esterni (loro) o un miglior posizionamento per superare lo stesso centrocampo a tre (noi, si spera) -capiterà di ritornare su questo concetto in maniera più chiara-.

Se Budan sarà ricercato per giocare la sponda per portare gli inserimenti, la catena di sinistra -Nagatomo (Parolo o chi per esso) Giaccherini- mi pare la più interessante, presentando Schelotto altro tipo di caratteristiche nell’organizzazione del gioco del “Ficca”: eclettico a sufficienza tanto da essere schierato in tutti i ruoli della catena di destra, è il naturale sfogo sulle ripartenze che vengono rifinite poi sul cambio del fronte d’attacco.

Ma Ibrahimovic di che ha bisogno per sprigionare le sue doti balistiche, e non solo… anche quelle tecniche? Di spazio, quindi per guadagnare tempo sull’applicazione del dispositivo difensivo avversario, ricercare anche la costruzione immediata, a maggior ragione contro una squadra che tenderà a dare protezione continua alla linea, è fondamentale. Non credo infatti che la squadra bianconera rinuncerà ad attaccare, sfruttando come già detto “il gioco sulla prima punta”, il dinamismo e la rapidità delle fasce.

Costruzione mediante lancio lungo del difensore centrale: una risorsa da sfruttare

Schierare Bonera terzino comporta di sicuro un minor attacco dello spazio sulla destra, ma al contempo “inviterà” Nagatomo a salire. A palla recuperata su una situazione del genere, quest’anno il Milan pare sia deciso ad adottare un comportamento che, per quando poco conta la mia opinione, ritengo assolutamente apprezzabile: impostare l’azione con uno dei due centrali.

Disporre di tanta qualità di calcio nella coppia difensiva è un aspetto che andava sfruttato già in precedenza. Non solo, dal punto di vista tattico questo comportamento dà alla squadra molteplici vantaggi nella gestione della fase di uscita: se nelle sue versioni precedenti il Milan spesso si affidava ad una costruzione elaborata… lenta; con il coinvolgimento dei centrali potremo assistere ad un’inversione di questa tendenza grazie al ricorso ad una costruzione immediata del gioco.

In breve individuiamo i vantaggi in tre punti: sgravare il metodista dal ruolo di essere SEMPRE l’unico interprete della costruzione del gioco; permettere al centrocampo di non porsi “a riferimento” di quest’ultimo in fase di costruzione ma di attaccare direttamente la linea dei centrocampisti avversari e quello di tradurre “subito” in pericolo lo spazio concesso dall’avversario con una giocata profonda e verticale.

In figura: Bonera a presidio della fascia “porta” l’avversario a far salire uomini sul lato; la palla, recuperata grazie al raddoppio dell’interno di riferimento, è consegnata al centrale che, contrariamente al passato, non appoggia lateralmente col regista sotto pressione, ma gioca la profondità sul lato forte; Pato tagliando dentro crea spazio per la ricezione della punta che svaria -Ibrahimovic… che a sua volta può optare per la successiva rifinitura o per il dribbling e la conclusione personale-.

Nota: la figura “mostra Nesta” effettuare il lancio lungo: va da sé che lo scopo qui è di portare a galla un tema per poter esprimere nei commenti la propria opinione su di esso aldilà della presenza domani sera del n°13.