CEYLON EXPRESS: Day 3

Creato il 07 ottobre 2014 da Federica

Il cielo è azzurro, limpido e splende un sole smagliante: così incomincia una nuova giornata di tour.
Leggermente debilitata da qualche acciacco alla gola, causa aria condizionata a palla OVUNQUE, mi imbottisco di Brufen e sono pronta a partire.
Dopo pochi kilometri, evitando i purtroppo soliti randagi e addirittura un elefante che, pigro, passeggia sul bordo delle strada, iniziamo a scorgerla da lontano, celata parzialmente dalla fittissima jungla singalese: la gran roccia di Sigiriya!
Fu il re Kassapa a insediarvisi, facendo trasformare questo enorme masso in una reggia vera e propria.
La scalata è assolutamente devastante (a meno che non si sia atleti provetti…e non è certo il mio caso!!), e ancor più sotto il sole cocente e l’aria umida tipica di questa zona dello Sri Lanka.
La guida, Salad, pare molto affaticato e con la scusa di qualche spiegazione ci fa sostare spesso; morale della favola, ci mettiamo un sacco di tempo!
I gradini sono ripidissimi, qualche visitatore si arrende, un bambino colto da un attacco di panico si rifiuta di salire così come di scendere ma noi, affascinati dal paesaggio circostante, quasi non ci rendiamo conto dell’altezza.
SI sale sempre più in alto, sempre più in alto e gradino dopo gradino ci si rende conto di quanto qui, a SIgiriya, la natura selvaggia e incontaminata si fonda perfettamente con lo squisito intervento dell’uomo che trova la sua massima espressione negli affreschi…per lo meno in quei pochi che rimangono.
La storia narra, infatti, che i monaci, una volta scoperta questa reggia, che di sacro non ha proprio nulla, siano rimasti scandalizzati di fronte alle immagini di fanciulle a seno nudo e che, armati di martello, abbiano rimosso lo strato di pietra dipinta.
Continuando la salita della roccia calcarea si raggiunge così una piattaforma, detta del Leone…e il motivo è decisamente chiaro. SI erge infatti da qui una scalinata (tanto per cambiare) ai piedi della quale spuntano due grandissime zampone artigliate; e qui la foto è d’obbligo!
A questo punto ancora pochi step ci separano dalla cima, la residenza vera e propria del re…ce la possiamo fare!
Una volta in vetta ecco che i 1250 scalini fatti trovano un senso; lo spettacolo è sensazionale. Una piattaforma su livelli, terrazzata, in cui si scorgono gli scavi di quelle che un tempo erano le piscine del re.
Da lì sopra si vede tutto, persino le stupa delle città visitate il giorno prima; e poi ancora vegetazione a perdita d’occhio, laghi, colline e i fantastici giardini di Sigiriya: da togliere il fiato!
Gironzoliamo per il “palazzo”, ci incantiamo di fronte a così tanta bellezza e quasi dispiace, alla fine, tornarsene giù.

Nel pomeriggio il programma prevede la visita a Polonnaruwa, seconda capitale del regno dello Sri Lanka, ad oggi soltanto memore dell’antico splendore in quanto piuttosto abbandonata a se stessa.
A prima vista non sembra certo così entusiasmante ma poi, addentrandosi nella Cittadella, ecco che Polonnaruwa dimostra di custodire il gruppo di rovine più folto e bello dello Sri Lanka.
Dal Palazzo Reale ai resti di un grande monastero, che al tempo ospitò migliaia di monaci, fino al Devale di Shiva n.1 uno dei tanti templi della città dedicato alle divinità induiste. Per non dimenticare Vatadage, una grande struttura circolare, costruita in mattoni, che pare racchiudesse la reliquia del Dente (prima che fosse trasferita a Kandy).
Un susseguirsi di costruzioni, templi ed edifici sacri che la guida prova a raccontarci nel migliore dei modi; una ricchezza incredibile che visitiamo quasi totalmente a piedi nudi (segno di rispetto), sulla pietra bollente…le piante dei piedi ustionate, ma gli occhi pieni di meraviglie!

Ultima tappa di questa giornata è Gal Vihara, situato sulla cima di un’alta collina. Ancora scalini per noi, ancora scalzi e sempre più accaldati raggiungiamo l’apice dove si trovano quattro incredibili statue del Buddha, tutte ricavate dalla medesima enorme lastra di granito.
Il più impressionante, nonché il più celebre, è senz’altro il Buddha sdraiato, lungo 14 metri, dall’espressione soave e dalla postura armoniosa e rilassata nonostante l’imponenza. Tutto ciò ci lascia stupefatti.



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