Lo studio del sindacato sottolinea come ”le oscillazioni del ricorso alla cassa non sottintendano un processo di ripresa”. Dopo i forti incrementi messi a segno a maggio, lo scorso mese si e’ registrata una flessione nel ricorso alla cig. Le 82.440.006 di ore di giugno calando del -20,05% sul mese precedente coinvolgendo ancora stabilmente 500mila lavoratori (di cui 216.000 in straordinaria e 164.000 in deroga) che hanno subito un taglio del salario da inizio anno di circa 2 miliardi di euro, pari a 4.000 euro in meno per ogni singolo lavoratore.
Ma quanto ancora incida la crisi nel settore produttivo, rileva l’analisi di corso d’Italia, si rileva dal numero delle aziende che ricorrono ai decreti di cigs ”in continuo aumento”. Secondo il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, infatti, ”la flessione della cassa integrazione non deve trarre in inganno: il quadro rimane allarmante alla luce di quelle crisi industriali che da mesi si trascinano rimanendo insolute. Sono solo la punta dell’iceberg di una crisi – osserva il dirigente sindacale – che si acuisce non trovando risposte da parte del governo assente sul fronte delle politiche economiche cosi’ come di quelle industriali”.
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