In tempi recenti, di Jennifer Lynch, figlia del David autore di The elephant man (1980) e Mulholland drive (2001), abbiamo avuto modo di vedere Surveillance (2008), thriller che, presentato fuori concorso presso il Festival di Cannes, vedeva Bill Pullman e Julia Ormond nei panni di due agenti dell’FBI impegnati a indagare sull’operato di un misterioso killer.
La stessa Ormond che in Chained (2012) – quinto lungometraggio cinematografico
La circa ora e mezza di visione, infatti, costruita su una struttura tutt’altro che classica volta ad alternare più volte presente e passato tramite flashback, si concentra in particolar modo sulla maniera squallida in cui l’”orco” cresce il ragazzino all’interno della sua altrettanto squallida dimora; tenendolo incatenato e facendogli mangiare i propri avanzi, fino ad assumere le fattezze di Eamon Farren.
Del resto, mentre è un lento ritmo di narrazione a dominare il tutto, risulta sempre più chiaro che sia un controverso thriller altamente claustrofobico e traboccante morbosità quello che, all’interno dello schermo, prende forma in maniera progressiva.
Un controverso thriller che la Lynch, pur tirando in ballo diversi cadaveri di donna barbaramente conciati, affronta ricorrendo raramente al sensazionalismo da immagine esplicita e privilegiando, al contrario, la costruzione dell’aspetto psicologico; tanto più che al centro dell’insieme abbiamo la sempre delicata e non facile tematica del trauma infantile.
Ricavando un elaborato non eccelso, ma che, con ogni probabilità, finisce per apparire come il suo più riuscito; grazie anche alla lodevole prova del cast che, tra l’altro, include in una piccola parte la Gina Philips ricordata dagli amanti dell’horror per essere stata protagonista di Jeepers creepers-Il canto del diavolo (2001) di Victor Salva.
Presentato presso il Torino Film Festival e mai approdato nelle nostre sale cinematografiche, è Koch Media a renderlo disponibile su supporto dvd italiano, corredato di trailer originale quale contenuto extra.
Francesco Lomuscio