Al San Mamès la Champions del Napoli è durata un quarto d’ora, tanto è bastato alla retroguardia azzurra per regalare tre gol al Bilbao e retrocedere in Europa League.
Il Napoli è fuori dall’Europa che conta. La squadra esce ridimensionata da Bilbao, così come ridimensionati sono gli obiettivi e le aspettative. Come l’oste fa i conti dopo tanto fallimento, anche a Napoli è tempo di processi, contro allenatore e Presidente. Discutibile è l’utilizzo di calciatori come Gargano (fuori dal progetto tecnico da due anni) e più che discutibile è la gestione del mercato da parte della premiata ditta de Laurentiis-Bigon. Il numero uno degli azzurri è il caprio espiatorio, giustamente, di una sconfitta che ai napoletani proprio non va giù. Colpevole di aver parlato troppo e agito poco, è bene che prenda coscienza della impossibilità di vestire gli abiti del piccolo imprenditore e del Presidente di una società calcistica.
A Bilbao il Napoli ha fatto un passo indietro, ha dimostrato di essere più debole della passata stagione, di essere prigioniero di una realtà che non le appartiene ed è tempo che anche il tifo napoletano se ne renda conto.
Emblematico quadro della serata di Champions di ieri è l’episodio che ha visto protagonista lo stesso de Laurentiis che ha accusato un tifoso napoletano che chiedeva un sacrificio economico per la squadra di saper solo piangere. Ed in fin dei conti aveva ragione: non ci resta che piangere.