La cosa che rende questo film particolarmente forte è che tratta di un fatto realmente accaduto. Ciò aiuterà inizialmente a superare un momento che pare davvero non avere alcun senso logico, e in tutto il corso della storia farà immedesimare lo spettatore in momenti di dramma, tensione e commozione.
La vicenda è ambientata a Los Angeles nel 1928, e narra le peripezie di una madre ''single'' che, tornando a casa dal lavoro una sera, non ritrova più suo figlio. Passano diversi mesi di febbrile attesa e ricerca e infine il ragazzino viene ritrovato dalla polizia. Purtroppo, nel momento in cui lei verrà scortata alla stazione dalle forze dell'ordine per riabbracciare il suo piccolo, si accorgerà che questi hanno commesso un grosso errore recuperando un bambino sbagliato.
Il nuovo Walter, non solo sarà fisicamente diverso da quello autentico, ma giustificherà la non conoscenza degli elementi ''base'' della sua vita (come il riconoscere amici, maestre ecc.) con una perdita di memoria causata dal trauma d'essere stato rapito.
Direte voi: e quindi? Se sua madre sostiene che quello non è suo figlio e i conoscenti non lo riconoscono. Dove sta il problema? Non si può risolvere in due secondi?
Il problema è tutto nel marcio di cui è infetto il dipartimento di polizia e del dilagante proibizionismo di quegli anni. Chi sfida l'autorità, in particolare se è donna, non ha scampo e viene prontamente spedito in manicomio o ammazzato senza troppi problemi. Capirete quindi che tutta la vicenda che verrà a svilupparsi sarà a tratti quasi irreale dati lo strapotere, l'incompetenza e la ''violenza'' dei poliziotti, che sono spesso e volentieri sotto torchio dai giornalisti e non ammettono in alcun modo che i loro errori vengano allo scoperto.
Non aggiungo altro per non rivelare le svolte narrative che prende la pellicola, che risultano inaspettate e piuttosto macabre.
I temi affrontati comunque sono svariati e tutti di forte impatto a livello emotivo. Si parte dal rapimento, arrivando all'abuso di potere e all'inefficienza del sistema della giustizia. Viene toccato poi quello della pazzia, sia essa reale o meno, e del suo effetto nella gente comune; e infine quello della morte, con scene non troppo esplicite ma comunque di grandissima potenza espressiva.
Un voto al film? 8! Quindi consigliatissimo. La lotta di questa donna disperata è davvero da pelle d'oca, e il fatto che riprenda una vicenda realmente accaduta beh, fa stare male...