Con l’avvicinarsi del Natale e l’eterna ricerca dell’originalità per il “regalo giusto”, tornano alla ribalta varie opinioni: una delle più consolidate è quella che riguarda l’omaggio di libri. Sono regali personali, infatti, ma che possono sempre essere apprezzabili ed a seconda del criterio con cui si scelgono nello specifico i singoli “oggetti”, possono avere una valenza formale o molto intima.
Nello specifico, oggi tratteremo del tema dell’auto-pubblicazione. Un universo complesso, che si sviluppa sotto il mondo editoriale classico e che sta prendendo sempre più piede, tra alti e bassi. Con la tecnologia attuale, e con i servizi innovativi offerti dal web, gli aspiranti scrittori possono infatti avvalersi di strumenti impensabili fino a pochi anni fa: portali che danno modo di caricare un file e di renderlo leggibile a tutti i dispositivi, oltre a servizi tipografici professionali che realizzano anche il grande sogno di poter sfogliare la propria creazione. Come in tutte le cose, il “libero accesso” porta a conseguenze positive e negative.
Quelle positive, sono senz’altro che opere meritevoli ed interessanti trovano un nuovo canale per incontrare i lettori, ed il valore aggiunto nella circolazione di idee, arte e cultura è indubbio. Di contro, spesso e volentieri i “filtri” tradizionali che fermavano gli improvvisati vengono meno. Negli Stati Uniti ci sono stati casi eclatanti di romanzi pubblicati dall’autore, con servizi quasi gratuiti, che hanno venduto centinaia di migliaia di copie, diventando direttamente best sellers e soggetti per film hollywoodiani ad alto budget. E in Italia?
In vista del Natale, e con l’idea di consigliare un regalo innovativo (non solo un libro, ma anche un libro autopubblicato, da intenditori), presentiamo oggi “Chantilly”.
Chantilly di Roberto Lezzi
La trama riguarda una coppia che vive in affitto in una grande città, non meglio identificata (sicuro è solo che non si tratti di Parigi, leggere per capire): entrambi i protagonisti, Viola e Nero, sono persone comuni, con le loro storie, i loro difetti ed il loro amore, ma soprattutto con una complicità profondissima nel sognare ed immaginare vite diverse dalla loro, o situazioni surreali che li mettono in contatto con le comparse che li circondano. Un giorno metteranno un annuncio sul giornale, cercando la “casa dei loro desideri” in centro città, e riceveranno la telefonata di un’anziana signora dalle scarpe rosse. Di lì in poi, il piano della realtà e quello onirico, ciò che è racconto narrativo e ciò che può definirsi filosofia, esistenzialismo, si confondono. E la sensazione, leggendo, diventa quella di trovarsi immersi in uno dei sogni che i due protagonisti spesso si raccontano.
Lo stile asciutto, scorrevole, a tratti ermetico ma sempre suggestivo, ricorda favole moderne come la “Leggenda del Santo Bevitore” e, a tratti, anche le situazioni quasi didascaliche de “Il Piccolo Principe”, anche se catapultate in una dimensione adulta, sfumata di noir e di problemi concreti come le possibilità economiche, l’attualità, la vita nella metropoli e la morte. Ci rientrano molti più temi di quanto non si crederebbe possibile, alcuni in sordina (come il rapporto genitori/figli, gli equilibri sociali e lavorativi) altri preponderanti (il Destino, l’Amore, il Desiderio), ma tutti amalgamati splendidamente.
Interessante, oltre al romanzo di esordio, il progetto portato avanti dall’autore: classe 1976, per realizzare la copertina del libro ha coinvolto Francesca Cerutti ed è riuscito anche a livello “promozionale” a creare un passaparola autentico, fatto delle recensioni di chi ha già letto il racconto, tra social e realtà. Dalla sua pagina Facebook in poi, immergersi nel mondo di Chantilly è un percorso che lascia la voglia di un seguito, o di scoprire cos’altro accadrà ai protagonisti una volta finite le vicende narrate.
Insomma, in una parola consigliato: un valido ed originalissimo regalino per un Natale agro-dolce.