Comunque vada sarà un successo. Questo dicevano ieri sera i giornalisti di Europa Stadio prima della finale, forse lo dicevano per scaramanzia o forse perché sapevano che questa Spagna era troppo forte per tutti. Anche per noi, la sorpresa di questi Euro 2012. Anche per noi, che siamo migliorati partita dopo partita, fino all'apice con la Germania.
Vittoria meritatissima, anzi, avrebbe dovuto essere un 5 a 0 se l'arbitro avesse dato quel rigore per fallo di mano di Bonucci. Facevamo un po' pena anche a lui secondo me.
Non è stato un successo comunque, la finale è stata una completa disfatta. Un risultato così non aveva nemmeno minimamente attraversato la mia testa, è leggermente umiliante, ma rispecchia pienamente quello che ieri sera si è visto in campo. Non vedevo l'ora che finisse, per non peggiorare la situazione.
Chapeau comunque a questa Spagna che ha dimostrato, non solo tecnica e cuore, ma anche onestà. Chissà quante squadre, nel girone eliminatorio, avrebbero fatto pareggiare la Croazia per buttare fuori l'Italia. Loro no, non l'hanno fatto. Hanno cacciato una Croazia qualunque per tenersi in gara un'Italia che ha sempre la sua storia. Speravo che si pentissero di quel biscotto mancato ieri sera, invece no.
Chapeau a questa meravigliosa Spagna che staresti lì a guardare per ore palleggiare senza sbagliare mai, che ti fa dire guarda che bravi anche se sono i tuoi avversari.
Immagino che ieri sera i tedeschi si siano mangiati le mani pensando che sicuramente loro avrebbero saputo fare meglio di noi, magari avrebbero perso anche loro, ma non senza nemmeno combattere come noi. Con loro però abbiamo vinto noi, perché con i tedeschi diamo sempre il meglio del meglio, ci spremiamo fino all'osso e poi pazienza se in finale non andiamo per strada e prendiamo quattro goal dalla Spagna.
Ciò non toglie che avrei voluto vedere Buffon alzare la coppa.
Certo.
È stato triste cancellare le bandierine dalle guance ed è stato triste andare a dormire subito dopo il 90°, senza andare in giro a suonare il clacson. Ero sicura che avremmo vinto, avevo molta più paura della Germania che della Spagna, come al solito non ci azzecco mai.
Ieri mattina mi sono svegliata presto e ho colorato le orecchie del mio pastore maremmano per farla diventare tricolore, come avevo fatto nel 2006. Aveva portato fortuna sei anni fa.
Dopo pranzo mi sono dedicata alla preparazione di un menù rigorosamente verde, bianco e rosso. Volevo fare una crostata di frutta a bandiera, ma ho scoperto di avere solo i kiwi in casa, quindi ho ripiegato su bellissime (e buonissime) meringhe italiane.
Ho buttato coriandoli rossi e verdi sopra la tovaglia bianca e poi ho appeso tre palloncini al lampadario. Quando, durante la cena, è scoppiato il palloncino rosso abbiamo pensato fosse un segno del destino: è scoppiata la Spagna. Ahahaha!
Anche se abbiamo perso questa finale insperata è stato davvero bello stare tutti insieme, chi con le bandierine sulle guance, chi con gli orecchini tricolori, chi con la sciarpa rossa, la maglietta bianca e i pantaloncini verdi.
Mi è dispiaciuto perdere così soprattuttoper Prandelli che mi sembra una persona in gamba e poi mi è dispiaciuto per Pirlo, che quel pallone d'oro se lo meriterebbe comunque, anche se ha sbagliato la partita più importante. Vederlo con gli occhi rossi e lucidi, lui che è sempre così pacato e composto, è stato toccante. Il calcio non mi fa piangere (a parte il goal di Grosso alla Germania), però Pirlo c'è quasi riuscito ieri sera. È così che immagino un campione: senza bisogno di strani capelli in testa, senza bisogno di prime pagine sui giornali, senza bisogno di sprecare parole o insulti. Senza cattiveria. Forse il talento è importante, ma voglio credere che il cervello lo sia di più.