Chardonnay

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La varietà


Forse più di ogni altro vitigno lo Chardonnay è sinonimo di vino di qualità, anzi, di vino. Dire Chardonnay è come dire vino.

Questa varietà originaria della Borgogna è una della grandi nobili bianche, piantata in tutto il mondo ormai, fu a lungo l'unica piantata nella sua terra d'origine con produzioni di altissima qualità che hanno reso famosa la Borgogna in tutto il mondo. Fu poi affiancata dall'Aligoté, ma la sua fama e qualità non è mai stata messa in discussione dalla secchissima varietà borgognona che pure viene molto utilizzata.

Produce vini molto alcolici, con ottimi aromi floreali e gusti sottilmente dolci, soprattutto nella versione di fermentazione in rovere, tecnica introdotta con ottimi risultati molti decenni fa.

La sua ampia gamma aromatica è dovuta ai componenti della sua buccia, polifenoli contenuti anche nei lamponi, nella vaniglia, nei frutti esotici e tropicali, nei pomodori, nelle foglie di tabacco, nelle pesche, nei petali di rose e nelle foglie da tè. In questo modo riesce a fornire al vino una gamma olfattiva unica, complessa ed elegante che ne fanno la più utilizzata per i grandi nobili fermi, per gli spumantizzati di Franciacorta e della Champagne.

É inoltre facilissima da coltivare, e se vogliamo trovargli un problema, se cosi si può chiamare, è la grande vigoria che fornisce, se non tenuta sotto controllo, delle rese altissime, tanto che i viticoltori devono sempre intervenire con precise e costanti potature. Infatti sopra gli 80 ettolitri per ettaro la qualità del vino inizia ad abbassarsi velocemente, quindi se si vuole un prodotto di estrema qualità, bisogna intervenire con decisione. Addirittura alcuni coltivatori, per ottenere i più aristocratici dei vini, limitano le rese a 30 Hl/Ha.

Altro problemino, facilmente controllabile, è la sua precocità, con germogliazione anticipata anche rispetto allo stesso precoce Pinot Noir. Questo potrebbe creare problemi per le gelate primaverili, ma nella Champagne è stato adottato un sistema semplice e naturale. Si spruzza infatti dell'acqua sulle piante che gela a 0° mentre germogli e frutti gelano a -2°C. Racchiusi cosi in un involucro di ghiaccio a zero gradi sono isolati e non soffrono le gelate.

Si adatta a tutti i tipi di terreno e clima, ed è una varietà costante sia nelle rese che nella qualità. Lo Chardonnay non tradisce mai, e anche per questo è coltivatissimo.

Inoltre è adattissimo sia alla spumantizzazione, con grandissimi risultati nella Champagne e nella Franciacorta, sia alla produzione di vini fermi, con altrettanti nobili risultati in molte zone del mondo. In Francia è presente nella Borgogna, nella Champagne e nel Mâconnais dove le vendemmie tardive riescono a fornire ottimi vini dolci. Se vinificato correttamente, con la giusta acidità, può subire anche invecchiamenti decennali.

Lo Chardonnay nel mondo


È ormai una delle uve più piantate al mondo, e la lista dei paesi che lo coltivano sembra infinita, dalla Romania alla Nuova Zelanda, dall'Italia al Sud America, dalla California al Sud Africa, non c'è paese vinicolo che non abbia grandi estensioni di terreni vitati a Chardonnay.

In Romania e Nuova Zelanda viene vendemmiato tardi per la produzione dei vini dolci, in Franciacorta precocemente per la spumantizzazione e la conservazione dell'acidità essenziale per i lunghi invecchiamenti.

In Australia lo Chardonnay è la base per tutte le grandi produzioni di bianchi, con risultati a dir poco esuberanti. Nei climi caldi come per esempio l'australiano settentrionale, viene vendemmiato prima per non perdere la necessaria acidità, e questo non influisce minimamente nella qualità.

Solo in Sud Africa ha incontrato qualche problema a causa del “vizietto” di questa nazione per la contraffazione. Infatti molto Auxerrois fu spacciato inizialmente per Chardonnay, e questa situazione si è spesso ripetuta in questo paese per altre uve. Un vero peccato perché i viticoltori seri di questa area invece riescono a vinificare ottimi prodotti che possono competere a livello internazionale. Fortunatamente questa tendenza sta lentamente scemando, ma la cattiva abitudine molto in uso fino agli anni 80 del novecento ha spesso rovinato anche la reputazione di chi invece, nel paese di Nelson Mandela, voleva produrre del buon vino.

I migliori Chardonnay italiani


È difficile anche in questo caso stilare una graduatoria dei migliori Chardonnay italiani. Se vogliamo però iniziare da una zona geografica allora questa è la Franciacorta, che ha saputo replicare con uno stile tutto suo l'opulenza dei grandi Champagne, usando lo stesso assemblaggio o anche lo Chardonnay in purezza, con risultati sopraffini. Altri grandi Chardonnay in purezza sono vinificati in Trentino, e primo di tutti gli esempi è certamente il Ferrari con la sua Riserva del Fondatore e gli altri grandi Brut al 100 per cento Chardonnay, tutti spumanti a cinque stelle.

Ma la lista dei grandi Chardonnay italiani è talmente lunga, dalla Toscana all'Umbria, dalla Sicilia alla Puglia, tutti hanno dei grandi vini ottenuti da questa varietà. Solo la Liguria, con il suo grande Vermentino, sembra immune.



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