Chasing Life, come parlare di malattia col sorriso sulle labbra

Creato il 01 aprile 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il giudizio di Marco Goi

Summary:

Chasing Life è una serie che affronta un tema non semplice, quello del cancro. Non semplice innanzitutto perché non è mai facile parlare di malattia senza cadere nel patetico o senza finire nelle trappole della cosiddetta “tv del dolore”. Non semplice in seconda battuta perché è un tema che abbiamo già visto declinato in svariate forme, sia su piccolo che su grande schermo. Per quanto assurdo possa sembrare, il cancro è diventato di moda. Il film Colpa delle stelle, tratto dall’omonimo romanzo di John Green, portando al cinema la toccante storia di due ragazzini entrambi malati di cancro è diventato un fenomeno della pop culture.

Pure sul piccolo schermo negli ultimi anni è stato un susseguirsi di casi clinici da portare in osservazione non a un dottore, bensì agli spettatori da casa. Parecchio prima di Chasing Life c’è stato Walt White di Breaking Bad, la più cult tra le serie cult, che ha trasformato la sua condanna a morte per cancro in una possibilità per reinventarsi totalmente, sebbene la sua scelta di diventare uno dei più grandi produttori e trafficanti di anfetamine nella storia della tv possa non essere condivisibile da tutti. Abbiamo poi avuto Cathy Jamison di The Big C, una serie che fin dal titolo non lascia spazio a dubbi sul tema trattato. Quindi è stata la volta pure dell’Europa, con i ragazzini malati della spagnola Polseres velmeres, portati poi con enorme successo anche in Italia nel remake nostrano Braccialetti rossi e con parecchio meno successo negli Usa con Red Band Society, cancellato dopo appena una stagione.

A questo gruppo di personaggi sfortunati da un punto di vista medico, ma molto fortunati da quello televisivo, negli ultimi mesi si è aggiunta la protagonista di Chasing Life April Carver, ottimamente interpretata dall’attrice rivelazione Italia Ricci. April è una ragazza di 24 anni a cui viene diagnostica la leucemia. Una notizia che ovviamente le stravolge la vita ma che affronta sempre con grande coraggio e determinazione. Il pregio della serie è quello di regalare alcuni momenti toccanti, il finale di stagione in particolare, senza però esagerare. Chasing Life è una serie che è meglio seguire con i fazzoletti a portata di mano, questa è la nostra raccomandazione, però per fortuna non è mai angosciante. Le situazioni, spesso parecchio drammatiche, affrontate da April sono sempre guardate con un tono positivo e, grazie anche ai vari personaggi simpatici di contorno, affrontate con il sorriso sulle labbra. La serie, soprattutto attraverso il personaggio di Leo (Scott Michael Foster, visto anche in Greek, Halt and Catch Fire e in Once Upon a Time nei panni di Kristoff), sa scherzare sul tema del cancro, senza risultare offensivo o fuori luogo, e non è certo una cosa facile da fare.

Con la stessa leggerezza, Chasing Life è capace di affrontare anche altre tematiche delicate riuscendo a non farle mai sembrare pesanti, come la bisessualità della sorella di April, Brenna (Haley Ramm), oppure la doppia vita del loro padre, che aveva una figlia segreta, la scatenata Natalie (Jessica Meraz). Da una carrellata di argomenti del genere vi potreste immaginare un melodrammone insostenibile, invece Chasing Life è una visione capace a ogni puntata di far sentire bene. Riesce a commuovere, senza far entrare in depressione. Vi sembra una cosa da poco?

di Marco Goi per Oggialcinema.net

Chasing Life, come parlare di malattia col sorriso sulle labbra ultima modifica: 2015-04-01T10:02:31+00:00 da Marco Goi

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