Chateau Sociando Mallet 1996

Da Vini&terroir

Chateau Sociando Mallet è sempre un piacere stappare una bottiglia di questo vino dell’Haut Medoc a Bordeaux. Sociando Mallet è frutto della intraprendenza e costanza di un uomo : Messieur Jean Gatreau che nel 1969 acquisto la proprietà.

Allora Jean era alla ricerca di una proprietà per conto di una societa belga, è cosi che scopre i 5 ettari dell’azienda a Saint Seurin de Cadourne, magnificamente piazzati sulla collinetta ghiaiosa di Baleyron che domina il fiume sottostante. Naturalmente acquistò l’azienda, che era in condizioni pessime e da allora non ha mai smesso di ingrandirla: dai 5 ettari iniziali si è passati agli 85 odierni. Le prime annate del chateau sono rimaste nell’ombra ma poi a partire dal millesimo 1982, il primo ad essere apprezzato dalla critica, e dal 1990  non ha più smesso di regalarci emozioni.

Penso che in ottime annate Sociando Mallet vale  sicuramente certe premiers crus oppure  le super seconds. In degustazioni alla cieca spesso il migliore del lotto è Sociando davanti ad altri ben più reputati premieres crus. Sociando Mallet dal 2003 non fa più parte di nessun classamento in quanto si è tolto da quello delle crus bourgeois. Sociando è un vino che ha bisogno di tempo grazie anche ai magnifici Cabernet Sauvignon , che costituiscono circa il 48% dell’azienda. Una dellle annate che preferisco è il 1996, in cantina ho ancora del 2001,2004, 2005 che ho acquistato anche grazie all’ottimo rapporto qualità prezzo dell’azienda. Dal 1995 una quindicina di barriques selezionate dal maitre de chai , da Sylvie Gautreau ( la figlia di Jean) si produce una bottiglia chiamata appunto Jean Gatreau che ha carattreistiche diverse da Sociando Mallet.

CHATEAU SOCIANDO MALLET 1996         18,3/20

E’ sempre un piacere aprire una bottiglia di questo chateau, soprattutto in annate come il 1996 dove il tempo può già elogiare il vino. Il vino riflette il carattere del suo proprietario, Jean, visionario ( ma alla fine ha avuto ragione), trasgressivo ( Jean ha sempre rifiutato di collocare il suo vino dentro il recinto di una classificazione) e di grande carattere. Il colore è stupendo con un bel rosso rubino profondo e limpido, l’unghia inizai a dare qualche accenno di colore  più aranciato.

Il primo naso è sempre molto timido, il frutto è maturo, il legno è percettibile e come sempre molta eleganza e classe.

Il secondo naso si apre lentamente su aromi di tabacco biondo, note di peperone verde e foglie di pomodoro molto discrete. Leggero sentore di cassis liquoroso, note animali e terrose.

In bocca l’attacco è quasi dolce ma è ben presto sovrastato dalla freschezza che è ancora ben presente  e compensa i tannini fini e morbidi. Il tenore alcolico è molto ben integrato nel vino. Vino complesso grazie alla straordinaria longevità dei suoi cabernets, ottima la potenza e la forza e l’espressione tipica dei vini del Medoc. Vino che può e deve ancora invecchiare per molto tempo.


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