Che bella giornata, Canale 5, ore 21,10.
Il secondo film di Zalone dopo Cado dalle nubi, e un incasso stratosferico di 44 milioni di euro (i successivi Sole a catinelle e Quo vado? andranno parecchio oltre). Un motivo ci sarà stato, anche se è difficile capire quale. Checco Zalone qua e là riesce a cavar fuori qualcosa di davvero brillante, però è corrivo, piuttosto antipatico, non così acuminato come pretenderebbe di essere, finendo anche col riciclare cliché vetusti. Francamente, quei 44 milioni si fa fatica a spiegarli. Zalone è un aspirante carabiniere che ne combina di ogni, come nelle slapstick del cinema agli albori. Dove tocca e passa, sono guai. Quando finisce a far da guardia al terrazzone tra le guglie del Duomo di Milano, si invaghisce di una ragazza araba, senza manco sospettare che lei potrebbe essere, come è, una terrorista. Qui pro quo fino all’happy end. Qualche volta si ride forte (il matrimonio pugliese con intervento di Caparezza), ma si resta basiti dall’approssimazione e anche dalla sicumera e dall’incoscienza con cui Zalone si permette di buttare sul faceto una cosa terribilmente seria e complicata come i rapporti tra il nostro mondo e quello islamico. Francamente imbarazzante.