Ormai è quasi un mese che questa avventura è iniziata. Mi sto imponendo, al ritmo di tre cartelle a settimana e con il sostegno di una compagna d'avventura che forma il mio gruppetto a distanza, di mettere su carta un sogno che ho tenuto dentro per tanti anni. Un sogno che è partito dal luogo nella foto, dal Pompidou, un posto che mi fa pensare che dovrò tornare a Parigi e rivederla con una consapevolezza nuova, così' come molti altri posti.
La mia storia parla di un incontro che parte dal Pompidou e si allunga nelle strade di una città che da quel momento diventa anonima, cornice di tante parole, tanti sguardi, di due vite paralizzate per troppo tempo e che devono cambiare. Oppure soccombere.
Per chi la sto scrivendo? Per me stessa, per vederla pubblicata, per caricarla su Issuu piuttosto che infognarmi in un POD, per che cosa? Non ho ancora risposto a questa domanda, e credo sia per questo che - nella top five di ciò che mi viene d'impulso di scrivere - il romanzo ancora non prende quota. Ma esiste una risposta? Si deve per forza scrivere per qualcosa o per qualcuno?