“Che ci importa del mondo” – Selvaggia Lucarelli

Creato il 10 giugno 2015 da Temperamente

Quando si parla di opinionisti tv o di blogger taglienti non può non saltare subito in mente il bel volto di Selvaggia Lucarelli, incorniciato dalla chioma fluente, fedele al suo nome di battesimo.
Selvaggia fa uno di quei lavori un po’ fumosi che la generazione dei nostri genitori non riesce ad afferrare completamente, troppo legata ai canonici muratore, avvocato, medico, giardiniere e a mestieri più tradizionali.

Selvaggia fa, anzi, è, di fatto, la opinion leader. Il suo pensiero, trascritto con la tastiera del proprio pc, che sia dalle colonne di Libero o che sia sotto forma di post di Facebook, influenza le opinioni di centinaia di migliaia di persone.
Niente Grande fratello, il controllo della mente è ancora lontano. La Lucarelli incide ed eventualmente modifica le idee delle persone perché è politicamente scorretta. Con la sua lingua biforcuta fa riflettere e cambiare il punto di vista. Non impiega molto a ragionare su chi potrebbe offendersi o risentirsi dalle sue frecciate. Le scrive e basta. Per questo è una delle poche in giro che si può definire realmente senza peli sulla lingua. Questo non le permette una vita facilissima, perché il rovescio di metterci la faccia è quello di fomentare i cosiddetti leoni da tastiera, quelli che al sicuro dietro una scrivania non perdono tempo a insultare anche pesantemente chi la pensa in modo diverso, ma che alla parola ‘denuncia per ingiuria’ ritrattano tutto e si profondono in mille scuse.

“Che ci importa del mondo”

Sebbene una larga fetta del suo seguito sia costituita da donne (spesso mamme), devo ammettere che la sua sagacia e la sua schiettezza hanno affascinato anche me.
Visto che la seguo sul noto social di Zuckerberg avevo ben visto la sua pubblicazione con Rizzoli e la conseguente presentazione nelle librerie l’anno scorso, ma non mi era ancora capitato di acquistarlo e di leggerlo. L’altro giorno però, vittima per l’ennesima volta di un ritardo di Trenitalia, ho colto l’occasione e ho acquistato questo libro di oltre 500 pagine.
Leggendo la sua biografia ho scoperto con sorpresa che questo non è stato il suo esordio da scrittrice. La sua prima fatica letteraria è stata Mantienimi, edito da Mondadori, che non ho ancora avuto modo di leggere.
Oggi, comunque, mi focalizzerò su Che ci importa del mondo, finalmente entrato nella collana tascabili BUR.

La storia di Viola, protagonista incontrastata dell’opera, ricorda molto da vicino quella dell’autrice che le ha dato vita. A ridosso dei 40 anni, separata da un marito farfallone, madre single di un ometto di otto anni, opinionista di salotti tv, in costante ricerca di quel principe azzurro che possa smentire i suoi stessi luoghi comuni riguardanti gli uomini.
Seguiamo Viola nella sua quotidianità nell’allevare il piccolo Orlando, nei suoi incontri col mitico ‘Gruppo Testuggine’, nelle sue battaglie per essere una donna portavoce di donne, nascondendo le insicurezze che purtroppo non l’hanno abbandonata dopo la rottura di una storia importante.
I riferimenti ai personaggi VIP o presunti tali che vivacchiano nel sottobosco televisivo si sprecano, e i collegamenti mentali con le persone reali sono automatiche.
La pseudogiornalista che venderebbe i figli per marciare sul dolore della gente, il politico senza scrupoli, il toy boy lampadato che passa da una babbiona all’altra… Sono tutti presenti nel libro della Lucarelli e -ahimè- pure nel palinsesto reale italiano.

Vera chicca il titolo del libro, soprattutto se si pensa alla vita di chi è una persona pubblica come Selvaggia Lucarelli, perennemente seguito con attenzione dal circo mediatico. A furia di sentire cattiverie gratuite e insulti senza argomentazioni, è comprensibile stancarsi della situazione e fregarsene del giudizio altrui, e ricominciare a vivere.
Pur non essendo un romanzo di chissà quale spessore letterario, senza la pretesa di insegnare niente a nessuno, con una trama in fin dei conti lineare e senza colpi di scena, è comunque un libro che riesce a coinvolgere il lettore e intrattenerlo, che è la prima cosa che deve fare un buon libro.
Le malelingue continueranno a darle contro, a dire che è una mantenuta, che è brava solo a parlare e a sentenziare.
Ma del resto… A noi che ci importa del mondo?!

Selvaggia Lucarelli, Che ci importa del mondo, BUR, 2014, € 10


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