Gli atteggiamenti e pensieri che si traducono in azioni negative nei confronti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali hanno molte sfumature. Si passa da un tipo di tolleranza che non implica necessariamente il rispetto, al disagio e all’avversione esplicita, per culminare in manifestazioni di discriminazione, ostilità e nei casi più gravi, violenza.
La denominazione di tali atteggiamenti e comportamenti come omofobia è il risultato del lavoro di studiosi come Hudson e Ricketts che nel 1980 hanno voluto includere, nel significato attribuito al termine omofobia, anche gli aspetti emotivi che si traducono in quei sentimenti di ansia, disgusto, avversione, rabbia, paura e disagio che alcuni eterosessuali provano spesso, sia consapevolmente, sia inconsapevolmente, nei confronti di gay o lesbiche. Spesso non si è consapevoli di tali sentimenti e solo un aiuto specialistico può aiutare a liberarsene, specie se ad essere omosessuali sono persone care (figli, nipoti, fratelli, sorelle ecc...).
Alcuni studiosi hanno dedicato parte delle loro energie a studiare il fenomeno dell'omofobia e ad identificarne la dinamica in tre stadi, in crescendo, ciascuno dei quali più oppressivo del precedente:
1. Utilizzo di un linguaggio offensivo;
2. La discriminazione vera e propria;
3. La violenza fisica, psicologia e /o sessuale;
Sono eventi che ogni giorno riempiono le cronache dei giornali. Ultimamente gravi casi di omofobia sono stati messi in evidenza anche all'interno di una scuola, dove un ragazzo omosessuale di 12 anni è stato vittima di abusi sessuali e fisici da parte di un gruppo di bulli-omofobi.Uno studioso di nome Herek nel 1991 ha individuato alcune cause di natura prettamente psicologica del pregiudizio alla base dell'omofobia. Una delle più comuni cause è la necessità insita in ogni società di aumentare la propria autostima e il proprio sesnso di appartenenza attraverso il biasimo per chi è diverso, la sua esclusione, il suo relegamento a posizioni marginali.
Quali sono gli elementi che ci segnalano che si è davanti ad un soggetto omofobo?
La lista non è certamente esaustiva, ma alcuni elementi sono comuni a tante persone che mostrano elevati livelli di atteggiamenti omofobici. Una delle più importanti studiose italiane di omofobia è Antonella Montano, dell'Istituto A.T. Beck di Roma, per il quale ho collaborato alla fase sperimentale di diverse ricerche sull'omofobia e l'omosessualità, che nei suoi articoli individua le seguenti caratteristiche.
* Poca disponibilità ad avere contatti con uomini e donne dichiaratamente omosessuali;* Negazione di avere mai avuto fantasie o atteggiamenti omosessuali;* Tendenza a percepire i comportamenti di altri uomini o donne come devianti se si insinua il dubbio che i propri interlocutori possano essere omosessuali;* I casi più gravi hanno un basso livello culturale, ma anche tra chi ha un alto livello culturale può nascondersi un perfetto omofobo;* Spesso sono persone con religiosità alta e alto senso del sacro e del culto, o comunque provenienenti da una cultura religiosa conservatrice;* Il loro approccio alla divisione dei ruoli nella società si basa sulla dicotomia di genere uomo/donna;* Atteggiamento restrittivo nei confronti della sessualità, vissuta spesso come colpa e fonte di vergogna;* Spesso hanno difficoltà a provare piacere sessuale, o vivono il piacere come se fossero spettatori del proprio corpo che compie l'atto sessuale;* Hanno generalmente un atteggiamento autoritario,* Gli individui omofobici ignorano e non hanno contatti con la comunità omosessuale, non conoscono la realtà gay, la temono, e ne hanno un'idea astratta basata sul sentito dire e sugli stereotipi sociali più comuni;
L'istituzionalizzazione dell'omofobia riguarda tutte quelle forme entro cui il pregiudizio individuale si riflette visibilmente in molte delle nostre istituzioni e strutture della società: scuola, famiglia, ambienti lavorativi, vita religiosa, sport, media. Tale aspetto rinforza i pregiudizi indiviauli e mina il rispetto dei diritti civili degli omosessuali. favorendo il permanere di schemi rigidi di suddivisione netta dei ruoli all'interno della società.Il 17 Maggio è la giornata internazionale contro l'omofobia. Per questa occasione ho deciso di postare il video dello spot internazionale contro l'omofobia, che ho trovato molto interessante e spero possa piacere a tutti i lettori di Sessuologia Cagliari Blog, o a chiunque passi di qui. L’omofobia è un fenomeno molto diffuso. Le persone omofobe spesso pensano che i gay e le lesbiche siano perversi e pericolosi, o comunque sbagliati, e questo spesso viene rinforzato a livello istituzionale da politici, dalla chiesa. L'omofobia si può manifestare a gradi, e a seconda del livello di pregiudizio e conseguente bagaglio emotivo sottostante, le reazioni di un omofobo di fronte a una persona omosessuale possono andare dal semplice disagio, alla paura fino alla violenza. Gli omofobi non riconoscono valore al sentimento d’amore omosessuale e non vogliono vederne riconosciuta l’esistenza. Dal momento che è molto diffusa, l’omofobia causa, ai gay e alle lesbiche, una serie di effetti sul piano sociale e personale, tra cui: le molestie verbali e fisiche, la sopportazione di pregiudizi diffusi nei più diversi ambienti sociali e professionali, le discriminazioni personali o istituzionalizzate, fino alle campagne anti-gay portate avanti da alcune organizzazioni politiche o culturali.
Continua con un prossimo articolo sull'omofobia ...