Il leader di questo partito è Alex Tsipras, ex presidente di Synaspismos (Coalizione della Sinistra, dei Movimenti e dell’Ecologia), un grande patito che ha contribuito a fondare nel 2004 Syriza in cui successivamente è confluito.
L’articolo è, di fatto, già concluso. Vi ho spiegato cos’è Syriza e, buttando qua e là qualche piccola informazione, vi ho indicativo a larghe linee il suo orientamento politico. A questo punto, insomma, potrei riporre nel cassetto mouse e tastiere e cliccare su “Pubblica”, sennonché la prefazione che ho appena formulato non mi servisse per parlarvi di un altro tema strettamente collegato a Syriza, o meglio di una persona.
Insomma, Syriza (per chi ancora non l’avesse capito) è solo un pretesto che ho usato per esporvi cosa penso di Tsipras.
Chi è? – Alex Tsipras è il candidato presidente della commissione europea per le elezioni del 2013. Ha, infatti, ottenuto l’84,1% dei consensi da parte del IV congresso della Sinistra Europea svoltosi a Madrid. Tsipras è stato (e lo è tutt’ora) appoggiato da Rifondazione Comunista che, già a giugno 2013, ha proposto la sua candidatura alla Presidenza Commissione Ue.
Barbara Spinelli e Alex Tsipras a “Otto e mezzo”
La squadra azzurra - Barbara Spinelli, editorialista di Repubblica, insieme a un gruppo di intellettuali ha lanciato una lista italiana a sostegno di Alex Tsipras in vista delle elezioni europee di maggio.
Cosa ne penso – La figura di Tsipras ha riempito effettivamente un vuoto. La sua è una posizione abbastanza particolare poiché si frappone (almeno in Italia) tra gli euroscettici (M5S) e gli europeisti convinti (o almeno così si spacciano) secondo i quali l’Europa ha bisogno di piccole riforme (Renzi). Il leader di Syriza è un po’ il simbolo di quest’europa ferita forse non solo economicamente. Tsipras, secondo me, è un vero e proprio collante tra chi butterebbe nel cesso l’Euro e tutta l’Eurozona e tra chi l’apprezza forse in modo troppo eccessivo. L’idea di tenersi stretto un progetto così ambizioso come l’Europa e, d’altro canto, la forte prerogativa di riformarla radicalmente è un’intuizione tanto semplice quanto geniale.
Uscire dall’Eurozona non farebbe bene all’Italia, fidatevi. Non farebbe bene al mercato internazionale e perfino a quello nazionale. Indire un referendum sull’Euro, secondo me, sarebbe come darsi la zappa sui piedi da soli. L’italiano medio, sopratutto in questo periodo, andrebbe a votare esclusivamente di pancia. Andrebbe a votare senza pensare alle conseguenze del suo gesto. Prima di fare un passo così importante, secondo me, bisognerebbe far partire una campagna di informazione seria e completa. Una campagna che possa far luce e chiarezza sulla questione, che possa far ragionare sul tema gli intellettuali come gli analfabeti.
Insomma, tra l’uscirne e il riformarla io opterei per la seconda opzione. Optando per la seconda opzione vien da se che, sempre se avessi la possibilità di votare, la mia scelta per le elezioni europee ricaderebbe su Tsipras.
In conclusione – La faccia c’è. Le idee ci sono. Il programma è interessante. Gli obbiettivi non sono utopistici. Vedo all’interno della “coalizione” Tsipras tanto entusiasmo, tanta voglia di fare. Lo spirito di cambiamento c’è. Il desiderio di mettere a nudo l’Europa e rivestirla da capo, magari con un abito adatto al clima odierno, è presente. C’è, in tutto questo “minestrone”, anche uno timido sguardo al futuro e perciò Tsipras è, secondo me, colui che può seriamente dare uno schiaffone positivo all’Euro e a tutta l’Eurozona.