In definitiva: libro unico è quello dove subito si riconosce che all'autore "è accaduto qualcosa" e quel qualcosa ha finito per depositarsi in uno scritto.
E a questo punto occorre tenere presente che in Bazlen c'era una ben avvertibile insofferenza per la scrittura. Paradossalmente, considerando che aveva passato la vita sempre e soltanto fra i libri, il libro era per lui un risultato secondario, che presupponeva qualcos'altro.
Occorreva che lo scrivente fosse stato attraversato da questo altro, che vi fosse vissuto dentro....
(Roberto Calasso, L'impronta dell'editore, Adelphi)