La fretta mi mette i paraocchi e non mi fa vedere niente altro che i miei passi, anzi, il mio passo.
La fretta mi fa essere scontroso. La fretta è la parente putrefatta dell'ansia, della pemura di vivere che avevo da bambino prima, da ragazo e da giovane poi. È rimasta solo l'agitazione nella fretta, è scomparso il futuro.
La fretta è come una carota davanti all'asino, che lo fa correre ma che non può essere raggiunta perché si muove con lui; e io sono l'asino.
La fretta è quella proiezione continua che sparo sulle cose, sono sempre oltre e non mi godo ciò che sto vivendo. La fretta mi fa essere assente perché penso che devo tovare tempo per me ma passo il tempo che ho ad avere fretta di trovare del tempo per me che nella fretta poi non arriva mai...
La fretta è subdola. La fretta è stronza. La fretta non mi permette di vedermi dall'esterno (di autorazionalizare come direbbe un buon antropologo). La fretta è talmente egocentrica che non riesco a vedere gli altri e li perdo, non riesco a vedere i miei errori (e persevero), non riesco a vivere con serenità il tempo che passo con il mio bambino.
La fretta è ottusa e siccome chi va con gli zoppi impara a zoppicare a forza di aver fretta mi sa che mi sono inottusito un po'.
La fretta è quella cosa che sono sempre di fretta e parto, torno, telefono, compro un libro, faccio la spesa, arrivo tardi, faccio da mangiare, "Eh no non posso giocare, sennò cosa mangiamo!?! Gioca un po' da solo, tanto io ti ascolto", poi è tardi e allora bisogna subito andare a letto anche perché domattina avrò fretta e non potrò ritardare quindi ci sarà da svegliarsi presto anche seormai è tardi e non ho tempo per leggere nemmeno una pagina del libro.
La fretta è quella cosa che se poi la gente si stufa di me perché non posso mai perché ho sempre fretta e non posso perdere tempo, non è mica da biasimare! Che se mio figlio ogni tanto fa anche qualche biza c'ha pure ragione!
La fretta mi impedisce di vedere quello che vedo con queste adoratissime e vituperate figure che sono i nonni: che se uno non ha fretta le cose vengono anche meglio, che i risultati si possono ottenere sorridendo, che non c'è bisogno (a patto che non ci sia fretta) di impartire ordini. Oh, e poi mio figlio cresce e basta parlarci e spiegare, non c'è bisogno di essere un caporalmaggiore.
Ora, io come pedagogista e come genitore queste cose le conosco bene ma la subdola fretta me le fa perdere di vista e ci metto un sacco di tempo a non sfanculare i nonni e farmi invece un po' di sana autoritica.
La fretta, quando non c'è siamo tutti più sereniperché se io sono sereno non genero tensioni nel mio ambiente.
La fretta quando non c'è - e chissà come mai finisce sempre che il lavoro irrora di fretta il resto della vita e la inquina - mi mette in condizione di godere della semplicità e il ritmoa cui vivo mi sembra che sia dettato da Terzani che suona la batteria con la placidità con cui parlava: una parola alla volta, rispettando il tempodei respiri.
La fretta quando non ce l'ho mi sembra impossibile vedere la gente che ha fretta: come è possibile che siano così frenetici e nervosi!?!?!
La fretta quando non c'è, come stasera, è la benedizione divina che si abbatte su di me e mi grzia dalle mie derive. Stasera che senza fretta siamo partiti da Lucca per Genova e raramente il tachimetro ha vergato velocità oltre i 110. Incredibile, si fa presto lo stesso!!! Che scoperta!
Stasera che siccome era venerdì e domani non si lavora e la mamma era (è tuttora fuori mentre scrivo) a godersi una serata di libertà allora non c'era fretta, beh allora sì che io e Samuele Yannick abbiamo vissuto.
Parcheggio in porto antico, in quel parcheggio che siccome è a qualche decina di metri di distanza in più la gente preferisce mettere la macchina in divieto piuttosto che fare 2 passi aggiuntivi (c'è da capirli: hanno fretta). Parcheggio che ci ha regalato un tour fra gli yachts più lussuosi del mondo, suggestivo per Samu, agrodolce per me che se da una parte ammiravo il design, dall'altra constatavo che nello spazio di 2-300 metri c'erano così tanti milioni di Euro da sfamare tutte le genti di una nazione per decine di anni. E poi uno yacht con eliporto incorporato (ed elicottero parcheggiato sopra) e uno yacht con a bordo una barca vela da12 metri, beh, credo che sia davvero troppo.
Anyway, complice l'atmosfera rustico-chicdi Eataly, i simpaticissimi pizzaioli, beh la serata è trascorsa in armonia, anzi in felicità, con un gelato (anche le gelataie di Eataly sono forti!) a far da sigillo. Leggerezza, sintonia, calma, godere del semplice fatto di stare assieme di fronte a un piatto di acqua, farina, pomodoro e poco più. La fretta quando non c'è si ride meglio, e quando si ride la vita è più bella.
Una serata così è emozionante e la dimensione del tempo si è proprio dileguata, quando si sta bene si esce dal tempo, come se l'intensità del volersi bene fosse eterna, immanente o comunque perenne, al di là delle persone e del proprio esserci lì in quell'istante. Forse siamo portati a pensare che il gioco sia bello quando dura poco per un errore di valutazione: la bellezza del gioco non si può misurare col cronometro perché è una roba di tipo diverso. In fin dei conti è da coglioni tentar di misurare i centimetri con l bilancia, giusto?
In una serata così, i cui presupposti erano di tutt'altra portata, mi sembradi essere ri-nato. Una serata così mi ha messo di fronte alla follia della fretta. Fretta che spero di essere in grado di governare ma che purtroppo è l'humus in cui tutti siamo obbligati a vivere e che sarà quindi difficile da scartare sempe. Fretta che mi ha tolto troppo tempo, quello "di qualità" con mio figlio, fretta che mi ha tolto tempo alla vita. Sarà un caso ma adesso che sto smettendo di fumare e che non c'è più la fretta di trovare un momento per farmi una cica in fretta, adesso sto iniziando a vedere con mggior chiarezza un sacco di cose. O forse le Merit non c'entrano nulla ed è solo un principio di canizie.
La fretta è una bruta bestia, si contrae in società e ci vorrebbe uno stregone per liberarsene.
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