Molti autori di albi illustrati si sono cimentati con le tematiche che riguardano l’amore per la lettura declinandole in storie ora spassose, ora tenere, ora sognanti, ora intense, a volte geniali.
(Alla fine della recensione una piccola bibliografia tematica)
Recentemente mi è capitato tra le mani un gustoso piccolo testo che presenta un campionario di similitudini tra libri e bambini, un lavoro scanzonato, allegro che, poggiandosi su giochi di parole, immagini azzeccate, buffe trovate, lasciando risaltare quel bel legame che dovrebbe esistere tra infanzia e lettura.
L’albo in questione è “Che differenza c’è tra un libro e un bambino?” di Anna Sarfatti e Sara Benecino, edito da Nord-Sud e già ad un primo sguardo mi è parso uno strumento utile per principiare letture collettive ad alta voce, per stupire il gruppo e suscitare qualche risata e intervento, per predisporre all’ascolto attivo e partecipato, certi che ciascun giovanissimo ascoltare potrà far fruttare in modo originale e personale le immagini proposte.
I libri e i bambini hanno sicuramente in comune una dimora preferenziale nei mondi della fantasia. Nella mente dei piccoli e tra le pagine scritte e disegnate risiede la libertà di immaginare, inventare, associare, creare.
I libri piacciono ai bambini perché contengono storie, perché a volte rispondono ai meccanismi del gioco, perché creano suggestioni che fanno sentire compresi.
Ma le storie, quindi i libri, a loro volta per funzionare hanno bisogno di rassomigliare ai bambini, di non perdere lo spirito dell’infanzia, di stabilire connessioni efficaci con i loro piccoli lettori.
Accade allora che i bei libri diventino per i piccini dei veri e propri compagni di crescita. I bambini non chiedono dell’autore o dell’illustratore di un albo, dopo che lo hanno sfogliato – per loro questi sono inesistenti o al più marginali – ma stabiliscono il legame diretto con l’oggetto, con la scatola magica che li ha fatti sognare. Con il libro si può dialogare, viene trascinato per casa, portato a letto, raccontato alle bambole, assaggiato. Rassicura, calma, fa ridere, perfino arrabbiare a volte.
In quell’universo animistico dove l’infanzia dimora il libro amato non è una cosa, ma prende vita, come succede al pupazzo di peluche o all’automobilina preferita.
Ecco quindi che non ci stupisce – e soprattutto non stupisce i bambini – che i volumi disegnati da Sara Benecino abbiano occhi, bocche, mani e piedi, che appaiano birichini e vivaci, mostrino di provare emozioni.
E così è vero che esistono tante varietà di libri e di bambini, che i libri si sostengono impilandoli vicini così come i bambini hanno bisogno della compagnia dei coetanei, che libri e bambini si mettono volentieri nelle mani di chi ha cura e interesse per loro, che sia i libri che i bambini vanno rispettati e amati…
Ma è corretto anche, per sorridere, affermare che i libri hanno un solo indice mentre i cuccioli di umani ne hanno ben due, che le costole appartengono ad entrambi (qualche nota fisica sui volumi può far nascere la curiosità di approfondire), che alcuni bambini divorano libri ma non si è mai visto un libro che…divori bambini!
(consigliato dai 4 anni)
Con lo spunto di questo albo piccolo e gaio, ho pensato di raccogliere qui una piccola bibliografia di libri che parlano di libri, a vantaggio di chi, in letture pubbliche, private, laboratori o altro, voglia rendere omaggio all’amore per la pagina scritta e illustrata, alla sua magia e al suo potere.
“Libro!” di Kristine O’Connell George e Maggie Smith, Interlinea
“Siamo in un libro!” di Mo Willems, Il Castoro
“Nel paese dei libri” di Quint Buchholz, Beisler
“Mai più senza libri” di Peter Carnavas, Valentina Edizioni
“Libri!” di Murray McCain e John Alcorn, Topipittori
“E’ un libro” di Lane Smith, Rizzoli
“I fantastici libri volanti di Mr. Morris Lessmore” di William Joyce, Joe Bluhm, Rizzoli
“Mi piacciono i libri” di Antony Browne, Giannino Stoppani Edizioni
“Mostràz” di Chiara Cavallaro e Francesca Cavallaro, Camelozampa
“L’incredibile bimbo mangia libri” di Oliver Jeffers, Zoolibri
Se il libro ti piace, compralo qui: Che differenza c’è tra un libro e un bambino?