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Che fa la giunta provinciale con i nostri soldi? Si rifà il guardaroba: 2.500 euro in vestiti, ecco il decreto di rimborso

Creato il 20 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Si suppone che la giunta provinciale usi i soldi a propria disposizione per svolgere l’attività propria, ovvero amministrativa, politica. Curiosamente il Pdl ha speso ben 2.500 euro, rimborsati dall’amministrazione provinciale, in vestiti. La fattura è del 27 dicembre dell’anno scorso e riguarda un’acquisto di abiti presso il negozio Diana di Crema, in via XX Settembre 92

“Spese di rappresentanza” è la giustificazione della spesa. Soldi dell’amministrazione provinciale, denaro pubblico che se ne va in abiti, uno o più, quando si può ritenere che sia il presidente che gli assessori provinciali abbiano la possibilità di vestirsi in modo decoroso con i propri soldi. E’ attività politica acquistare un abito?

Allora perché non leggere un libro? Perché non farsi rimborsare tutti i libri acquistati? Se paghiamo la rappresentanza perché allora non paghiamo anche qualcosa di più importante, ad esempio l’attività politica vera e propria? Forse invece l’attività politica e amministrativa è quella del Comune di Crema e della stessa amministrazione che tramite il Centro per l’impiego dà sostegno al Cremasco. Ma allora perché spendere 2.500 in abiti se il problema è il lavoro, come ben sa l’amministrazione provinciale?

E poi non era ormai allo stremo il bilancio provinciale? Non erano al limite i soldi utilizzabili, considerato il patto di stabilità che impedisce gli investimenti e i tagli agli enti locali da parte dello Stato, secondo un andamento ormai storico, che dura da più di un decennio.

In queste condizioni che fa la giunta provinciale, forse il presidente Massimiliano Salini, forse altri, si recano in un negozio di moda per la cura dell’immagine, per essere eleganti. Si sperava che fossero efficaci, che agissero in modo efficiente, non che sembrassero eleganti.

Al di là delle ipotesi resta un abito, decisamente elegante, di cui ciascun contribuente della provincia di Cremona ha pagato un filo. Da un punto di vista etico, non c’è da esser grati per questa spesa. C’è chi Cremona, e sono parecchie famiglie, non può permettersi nemmeno di pagare la bolletta dell’acqua, della luce e del gas, altro che abiti da 2.500 euro o 2.500 in abiti vari.

Questo sarebbe il buon uso del denaro pubblico da parte della giunta provinciale.

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