Che fai tu Luna in ciel, porti la pioggia?

Creato il 01 febbraio 2016 da Media Inaf

Impercettibile ma statisticamente significativa. Così gli scienziati del Dipartimento di scienze dell’atmosfera della University of Washington, Tsubasa Kohyama e John Wallace, a proposito della correlazione tra posizione della Luna e precipitazioni piovose, in uno studio appena pubblicato su Geophysical Research Letters. Tradotto: non fateci affidamento per decidere se prendere o meno l’ombrello, ma una certa influenza sul meteo la Luna la esercita.

Scontato, dite? In effetti – e i primi a farlo notare sono gli stessi ricercatori – è dal 1847 che si è rilevata una relazione tra la posizione della luna e le variazioni della pressione atmosferica, e dal 1932 per quanto riguarda invece le variazioni della temperatura. Loro stessi, nel 2014, avevano pubblicato un altro studio che dimostrava, basandosi su una griglia di dati su scala globale, l’esistenza d’una correlazione tra pressione dell’aria e posizione della luna.

La novità, sostengono, è l’aver ora dimostrato l’esistenza d’una correlazione diretta con la piovosità. «Per quanto ne so», afferma infatti Kohyama, «questo è il primo studio in grado di stabilire un collegamento convincente tra la forza di marea della Luna e le precipitazioni piovose». Una conclusione che ha richiesto due anni di misure della variazione della pressione atmosferica.

Ma quale influenza, esattamente? La versione breve è che, laddove la Luna esercita, due volte al giorno, la sua forza mareale, si riduce – seppur in modo impercettibile – il volume delle precipitazioni. Un esito che ha alle spalle una concatenazione d’eventi piuttosto complessa. Anzitutto, occorre tenere presente che la gravità della Luna attrae non solo l’acqua del mare, come ben sappiamo, ma anche l’aria. Questo produce una sorta di rigonfiamento – bulge, lo chiamano i ricercatori – nell’atmosfera: così come c’è l’alta marea, dunque, c’è anche una sorta di “alta atmosfera”. Ora, aumentando lo spessore dell’atmosfera, sale di conseguenza anche la pressione sulla porzione di pianeta sottostante, nonché su quella a essa diametralmente opposta, proprio come avviene con le maree. Con l’aumentare della pressione, aumenta anche la temperatura delle particelle d’aria. E poiché più l’aria è calda e maggiore è la quantità d’umidità che le particelle possono “reggere”, spiegano i due ricercatori, la soglia critica – quella oltre la quale l’aria non è più in grado di tenere l’umidità – si allontana.

«È come se il contenitore, quando la pressione si fa più elevata, diventasse più capiente», spiega Kohyama. L’effetto, come dicevamo, è pressoché impercettibile, dunque senza alcuna rilevanza, per esempio, sulle previsioni meteo. Ma potrebbe essere utile, osservano i ricercatori, per mettere alla prova alcuni modelli climatici, verificando se la loro fisica è abbastanza sofisticata da riprodurre il modo in cui l’attrazione della Luna riduce la quantità di pioggia. E in ogni caso Wallace ha intenzione di approfondire l’argomento, proprio per vedere se alcuni tipi di precipitazioni, primi fra tutti i forti acquazzoni, e la frequenza dei temporali mostrino qualche collegamento con la posizione della Luna in cielo.

Per saperne di più:

  • Leggi su Geophysical Research Letters l’articolo “Rainfall variations induced by the lunar gravitational atmospheric tide and their implications for the relationship between tropical rainfall and humidity“, di Tsubasa Kohyama e John M. Wallace

Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Malaspina