1) Un motivo ci sarà. Facciamo un esame di coscienza. Non è che in Europa abbiamo sempre fatto i compiti come si deve. E le alleanze sono prodotto di un processo lungo e laborioso, non si improvvisano.
2) Come osservava giustamente qualche giorno fa Il Fatto quotidiano, ci restava da giocare solo la carta della diplomazia. E Maroni in Lussemburgo si è comportato come un elefante in una cristalleria.
In questi giorni è già la seconda volta che un alto esponente di governo minaccia l'uscita dalla Ue. Va bene il teatrino, la drammatizzazione. Ma la minaccia, oltre che ridicola, è anche masochista: ci sono infatti mille motivi per cui all'Italia fa comodo stare nella Ue, e non altrettanti motivi per cui la Ue potrebbe rimpiangere una fantascientifica dipartita dell'Italia.