Ad ognuno la sua categoria: ma non sarà spersonalizzante?
Riflettevo giorni fa su la similitudine che mi veniva da fare rispetto alla categorizzazione e alla necessità di poter fare riferimento a questa modalità di messa in ascolto della realtà che ci circonda.No, non sarà un post dedicato a riflessioni speculative, ma tutto questo preambolo per dire che a volte vedo utilizzare superficialmente certi concetti di consulenza d'immagine per dividere le donne in categorie di forme.
Anche nel campo clinico servono le categorie
Mi capita qualcosa del genere quando lavoro in studio come psicologa clinica: è ovvio che esistono certi disturbi psichici che hanno certi sintomi, decorsi, eccetera, ma sebbene una persona possa presentare aspetti di un disturbo, non è che io possa dire: "lei è un depresso, un ossessivo, un fobico" e via dicendo.Le persone sono molto più che una categoria diagnostica.Certi riferimenti a categorie sono utili a noi clinici, ma non esistono persone che presentino problemi definiti, ma sfumati e integrati a risorse personali e limiti.
Le categorie sono una mappa di riferimento, non un etichetta da appiccicare sulle clienti
Ugualmente in consulenza d'immagine io non posso dire che una persona è una mela , una pera o una fragola, riferendomi alla forma corporea, perché non è assolutamente utile alla mia cliente un'etichetta e soprattutto perché le forme corporee suddivise in categorie, sono esclusivamente un punto di riferimento per noi professionisti, per aiutare le clienti a capire cosa potrebbe farle sentire a proprio agio indossando un abito con un certo taglio.E comunque, come nel mondo psichico, anche sul piano corporeo, le forme non sono mai del tutto corrispondenti ad una categoria, anzi.
Lo sapevi? Sei una macedonia.
In realtà siamo tutte delle ..."macedonie".
Infatti credo sia così svilente sentire delle donne dire "io sono una mela" ( e quindi questo non posso metterlo, quel colore lo devo abolire, quelle scarpe non posso più indossarle: ma chi l'ha detto?) un po' come certe pazienti che mi dicono "io sono fatta così, quindi non si può fare niente e devo limitarmi o vivere male certe situazioni".Ma perché?
Non puoi identificarti nei tuoi limiti
Io credo sia importante scoprire i punti di forza e i limiti nella nostra fisicità, ma anche e soprattutto nel modo in cui noi stessi ci percepiamo, perché le regole non sono nei manuali, sono innanzitutto i limiti che costruiamo nelle nostre teste.Il fatto di aver costruito dei paradigmi di riferimento nelle forme corporee, associandole a frutti o forme geometriche, deve essere una bussola per muoverci nell'armadio, non un'identità, in virtù della quale percepirsi nei propri abiti.