Questo è il normale ciclo fotografico: si esce per fare le foto - si fanno le foto - fatte? bene - si torna a casa - si scaricano le foto sul computer - si sistemano e archiviano le foto - il ciclo ricomincia. Insomma: che palle! Mai una novità, mai un guizzo di fantasia! Non dico riguardo il soggetto, che magari può cambiare ogni volta, ed essere assai originale, quando capita. Parlo della tecnica di ripresa. Sempre la solita fotocamera (magari la si compra nuova, ma sempre reflex o compatta è), sempre i soliti obiettivi, sempre i soliti trucchetti, magari spacciati per non sai che novità (il filtro graduato, il polarizzatore, l'HDR...). Che noia, che barba - Che barba, che noia! Vuoi mettere la sana, ruspante creatività che viene dalla pura e semplice sperimentazione di tecniche alternative? Vuoi mettere la gioia di realizzare un foro stenopeico, o un obiettivo partendo dalla lente d'ingrandimento comprata nel negozio cinese a un'euro, o una fotocamera cannibalizzando quella del nonno, o addirittura sperimentare nuove tecniche di stampa costringendo quella abitudinaria della stampante a spargere le sue piccolissime goccioline di inchiostro non sulla bella carta all'uopo predisposta, ma su una cartaccia da voi rimediata chissà dove? Ah, abbasso la noia! Ma perché dovremmo fare tutto questo? Semplice, perché è divertente. Non è un motivo più che sufficiente? Beh, io ci riflettevo appunto riguardando foto fatte 10 anni fa (quando manco c'era il digitale) ricorrendo ad una miriade di tecniche che avevo dimenticato. Al punto che m'è venuta voglia di scriverci un libro (cosa che farò sul serio, quando troverò il tempo). Anzi, veramente un libro sull'argomento l'ho già scritto: si intitola "L'Infinito Privato" e l'ho pubblicato con un editore online che si chiama The Boopen. Se vi interessasse... Per concludere, che oggi non c'ho voglia di scrivere la solita carrettata di cazzate, vorrei davvero che anche voi vi sentiste incuriositi dalle molte possibilità espressive, squisitamente tecniche, che la fotografia ci mette a disposizione, senza per questo fossilizzarvi sul solito e ben conosciuto terreno del già noto - già visto (e dunque sicuro). Non è detto che uno debba poi trasformarsi detto-fatto in un fotografo "alternativo", ma comunque sperimentare allarga i nostri orizzonti fotografici e ci consente di essere più profondi e incisivi. Vabbé, sto ricominciando... mi fermo qui. Alla prossima!
Questo è il normale ciclo fotografico: si esce per fare le foto - si fanno le foto - fatte? bene - si torna a casa - si scaricano le foto sul computer - si sistemano e archiviano le foto - il ciclo ricomincia. Insomma: che palle! Mai una novità, mai un guizzo di fantasia! Non dico riguardo il soggetto, che magari può cambiare ogni volta, ed essere assai originale, quando capita. Parlo della tecnica di ripresa. Sempre la solita fotocamera (magari la si compra nuova, ma sempre reflex o compatta è), sempre i soliti obiettivi, sempre i soliti trucchetti, magari spacciati per non sai che novità (il filtro graduato, il polarizzatore, l'HDR...). Che noia, che barba - Che barba, che noia! Vuoi mettere la sana, ruspante creatività che viene dalla pura e semplice sperimentazione di tecniche alternative? Vuoi mettere la gioia di realizzare un foro stenopeico, o un obiettivo partendo dalla lente d'ingrandimento comprata nel negozio cinese a un'euro, o una fotocamera cannibalizzando quella del nonno, o addirittura sperimentare nuove tecniche di stampa costringendo quella abitudinaria della stampante a spargere le sue piccolissime goccioline di inchiostro non sulla bella carta all'uopo predisposta, ma su una cartaccia da voi rimediata chissà dove? Ah, abbasso la noia! Ma perché dovremmo fare tutto questo? Semplice, perché è divertente. Non è un motivo più che sufficiente? Beh, io ci riflettevo appunto riguardando foto fatte 10 anni fa (quando manco c'era il digitale) ricorrendo ad una miriade di tecniche che avevo dimenticato. Al punto che m'è venuta voglia di scriverci un libro (cosa che farò sul serio, quando troverò il tempo). Anzi, veramente un libro sull'argomento l'ho già scritto: si intitola "L'Infinito Privato" e l'ho pubblicato con un editore online che si chiama The Boopen. Se vi interessasse... Per concludere, che oggi non c'ho voglia di scrivere la solita carrettata di cazzate, vorrei davvero che anche voi vi sentiste incuriositi dalle molte possibilità espressive, squisitamente tecniche, che la fotografia ci mette a disposizione, senza per questo fossilizzarvi sul solito e ben conosciuto terreno del già noto - già visto (e dunque sicuro). Non è detto che uno debba poi trasformarsi detto-fatto in un fotografo "alternativo", ma comunque sperimentare allarga i nostri orizzonti fotografici e ci consente di essere più profondi e incisivi. Vabbé, sto ricominciando... mi fermo qui. Alla prossima!