Questo... questo non credo, direbbe Crozza/Razzi. Epperò mi sa che è giunta l'ora.
Ma non voglio strombazzare pomposamente i suoi meriti, perché non gradirebbe, questo lo so per certo. Proverò sottovoce.
C'è che per rimpinguare le defunte casse scolastiche è stato messo su un mercatino, l'idea risale almeno a tre mesi fa, che si sarebbe tenuto domenica 8 giugno.
Beh, le beghe che si è sciroppata questa santa donna in tre mesi lo sa il cielo! Non ve le elencherò, ovviamente, ma tra mail, telefonate e incontri garantisco che se ne sono andati un bel po' di tempo e di serenità. E questo tacendo sulla meravigliosa bigiotteria che ella stessa ha prodotto convertendo a miglior vita le capsule usate di un noto marchio di caffè - what else? - durante lunghi e laboriosi dopocena.
L'aspetto più sconfortante nell'organizzazione dell'evento è stata la difficoltà, se non l'impossibilità, di coinvolgimento di certi genitori, ché i figli a scuola si mandano tutti.
Un aspetto che definire demotivante è volergli bene.
Ora che tutto è finito, cosa fa dolcemetà quando scrive alla maestra dettagliando la giornata di mercato, gli incassi, gli articoli venduti e l'esperienza vissuta? Pensate che abbia dato soddisfazione agli assenteisti? Macché.
Questo scrive alla maestra, tra le altre cose:
Non tutti i genitori hanno partecipato allo stesso modo, alcuni proprio non li abbiamo mai visti e neanche sentiti da quando si è cominciato a parlare del mercatino fino a ieri. Ma alla fine, sono loro a perderci qualcosa. Si sono persi i sorrisi dei nostri bambini, che ieri scorrazzavano per le strade del paese senza l'occhio troppo vigile dei genitori, occupati ai banchini, e si sono persi l'entusiasmo di noi genitori, che lavoravamo insieme, nonostante il caldo torrido di questa domenica.
p.s. nella foto gli articoli preparati da me e France per il suddetto mercatino: 27 recycled tennis ball pronte a tutto, attaccabili al frigo o sulle piastrelle del bagno. Vendute tutte entro la mattinata. Sono le Che Palle!®