Con l'ascesa nella politica si sviluppò in seno al nazismo una nuova dottrina cristiana, chiamata cristianesimo positivo. Alla base di questo le ricerche di un filosofo greco, Celso, che sul finire del secondo secolo d.c. determinò che Gesù fosse un figlio illegittimo di un soldato romano di origini germaniche di nome Panthera. Con questo principio si tolsero al cristianesimo le origini giudaiche: fondamentale in questa dottrina l'eliminaziona dalla bibbia dell'antico testamento, quindi il formarsi di una chiesa nazionale. Con lo svilupparsi delle ideologie naziste i tedeschi che le seguivano si proclamarono restauratori del cristianesimo originale, quello non corrotto dai cattolici (a causa delle origini giudaiche) e da altre confessioni. La nascita della Chiesa Cristiana Nazista ebbe il compito di unificare in un unica dottrina religiosa tutti i tedeschi cristiani, sia cattolici che protestanti, e di perseguitare tutti i non cristiani. In questa religione Gesù veniva visto come un super-uomo, in grado di organizzare movimenti anti-ebraici e di predicare su ampia scala (per quel tempo) le sue idee. Hitler venne considerato un successore di Gesù proprio per queste caratteristiche. Il Cristianesimo positivo scomparte con la caduta della Germania nella seconda guerra mondiale, anche se ancor oggi è professato da un ristretto numero di persone identificate come neonazisti statunitensi.
"Una Nazione-Un Popolo-Una Chiesa"