Che sarà

Da Fabry2010

da qui

Arrivo a Loreto allo stremo delle forze. Dovrei chiamare Linnio, che sta a Osimo, ci teniamo entrambi a incontrarci di persona. Non ho l’energia per comporre il numero, però. Così ho deciso di mettere la cosa nelle mani della provvidenza: se legge questo articolo e mi manda un cenno, vuol dire che è la volta buona, altrimenti sarà per un altr’anno, o un’altra vita. Perché la vita è questo: avvicinarsi senza mai incontrarsi veramente, il simbolo di un appuntamento che si realizzerà alla fine, quando la sceneggiata si sarà conclusa. Non dire così, lo sai che si gioca nel presente, la partita. Sì, lo so. Scendo nella piazza, c’è qualche persona sola che passeggia, come me. Le persone sole sono tristi. Mi sembra che uno mi segua in modo strano: che si sarà messo in testa? Guardo i passanti solitari con la certezza di essere diverso: loro non sanno che ci sei anche tu, non immaginano che stiamo conversando. Mi affaccio alla terrazza che spazia sulla campagna e il mare e il Conero che troneggia sullo sfondo: è bello ritrovarci qui, dirci ancora una volta quanto sono belle tutte queste luci.