Mi rodeva da un tempo infinito: non riuscivo a capire perché la domenica sera, potendo scegliere altro, mi “faccio” di noisosissime interviste faziane e “marchette” di libri, film, robe varie, lavori più o meno ispirati (tutti invariabilmente “da vedere”, tutti “ne vale la pena”, tutti con garanzia-amico-del-conduttore incorporata, ricettacolo di infinite altre balle spaziali se consideriamo che il 99% di quanto reclamizzato l’abbiamo dimenticato e si fa dimenticare dopo cinque minuti) senza soluzione di continuità. Poi, all’improvviso, l’illuminazione: ATTENDO LA LITTIZZETTO: è GRAVE?? Rina Brundu Fecit