Cosa saresti disposto a fare per soldi? Rischiare le botte da un minaccioso buttafuori di un locale? Farti tagliare un mignolo? Cagare nel salotto di una famiglia di sconosciuti? Fare sesso con la sexy Sara Paxton?
A parte quest’ultima cosa per cui se insistete proprio sarei pronto a sacrificarmi, per quanto riguarda le altre io non so se ce la farei, anche se molto dipenderebbe dalla cifra offerta. A non farsi troppi scrupoli in proposito sono invece i due protagonisti del film Cheap Trills, due amici di adolescenza che dopo anni lontani si ritrovano una sera in un bar. Pat Healy, di recente visto in indie movies come Compliance e The Innkeepers, è uno scrittore fallito sposato e con figlia che è appena stato licenziato e ha quindi un disperato bisogno d’amore di soldi. Ethan Embry, attore dalla faccia simpatica di recente visto in Once Upon a Time, è invece un mezzo delinquentello e non è certo tipo da tirarsi indietro di fronte a niente. Soprattutto se per soldi. Nel corso della loro casuale reunion, i due incontrano un tizio strapieno di soldi (David Koechner di Anchorman) con tanto di moglie teen al seguito (la sempre piacevole alla vista Sara Paxton). Questo tipo qua, non avendo un modo migliore per divertirsi, decide di proporre ai due sventurati morti de fame una serie di prove varie, più o meno pericolose e più o meno estreme, in cambio di dollari fumanti. Una serata alcolica, una notte da leoni che si trasformerà in una specie di Giochi senza frontiere: extreme edition.
Cheap Thrills in pratica a livello di tematica è una versione ai tempi della crisi economica del Faust, e in più propone pure l’eterno scontro tra scapoli e ammogliati di fantozziana memoria. Chi sarà più motivato? Chi sarà più disposto a perdere tutto, non solo la dignità ma persino delle parti del corpo, per denaro? A livello cinematografico, Cheap Thrills rievoca invece alcuni filmetti pulp degli anni ’90 come Cose molto cattive, Una cena quasi perfetta, oppure l’episodio tarantiniano di Four Rooms. Il tutto riletto con moderna sensibilità da cinema indie. Riassumendo: Cheap Thrills = Faust + Fantozzi + Sundance style. Figata, quindi?
Sì, Cheap Thrills è una intrigante visione che scivola veloce, anche grazie alla sua breve durata, con un buon bilanciamento tra divertimento e tensione. Dall’inizio alla fine si resta incollati allo schermo curiosi di scoprire fino a che punto si spingeranno i due protagonisti in nome del Dio Denaro. Questo è anche il limite del film. Cheap Thrills parte da quest’idea e la sviluppa in pieno, però resta pur sempre un film con una e una sola idea. È già tanto. È già più di quello che possono offrire molte altre pellicole in circolazione che di idee non ne presentano manco mezza. Allo stesso tempo resta pur sempre un esercizio di stile pulp simpatico ma anche privo di un vero spessore, visto che i personaggi sono poco più che macchiette e la conclusione della vicenda è ampiamente prevedibile. In più è come se mancasse qualcosa. Che cosa? Un inspiegabile non so che, come un tocco registico più forte, degli interpreti più convincenti o delle battute davvero memorabili, per poter raggiungere lo status di cult movie. Nonostante ciò, Cheap Thrills è la conferma di come il cinema indie oggi possa offrire un intrattenimento pari e anzi spesso superiore a quello offerto dai film mainstream. In più, al termine della visione lascia con un qualcosa. Non una risposta, bensì un interrogativo: cosa saresti disposto a fare per soldi? (voto 6,5/10)