Chef on the Road Parte Seconda

Da Velia
Chef on the road Parte seconda La mattina mi sono svegliata tardi talmente tardi che quando Luca ha citofonato in camera per dirmi “Oh Velia c’è l’intervista via radio” ero talmente fusa che non me la sono sentita. "Guarda Luca potrei mandarti onde radio a bassa frequenza!" Nel frattempo ho cominciato a prendere vita. Risvegliarsi nella torretta non è una cosa semplice: prima di tutto quando mi sveglio devo capire dove mi trovo perciò mi sfrego gli occhi e per circa 4,6 secondi netti penso “ando so finita?”. Trovo frammenti di me, la stufetta, il pellicciotto “ma cavolo ho dormito vestita?” Poi ecco la Beatrice che mi chiama al cellulare “Buongiornoooooo volevo portarti la colazionedi sopra che ne dici di un cappuccino e una brioche, salgo subito!!!” Hanno bussato “Velia sono Bea….” Voi dovete calcolare che la Torretta è su due piani e solo perché hanno avuto pietà sennò non si sarebbero risparmiati una soffitta con vista cielo. “Arrivo Beatriceeee”. Mi sono gettata sulle rampe delle scale rigorosamente in parquet…..e se cammini o corri sul parquet con degli splendidi calzettoni di lana merinos misto alpaka l’effetto può essere devastante. Si pattina a meraviglia solo che sulle scale ci si “scapicolla” in modo unico ed omogeneo. La consistenza del legno è fantastica. Sono arrivata al piano terra scorrendo appunto sul corrimano….tipo skilift. Ho aperto a Beatrice con una magna laude “della crudel morte della chinoise” . Fatta colazione mi sono ricomposta pezzo per pezzo. Ho indossato la mia giacca SOLOCHEF che MariaGrazia ha gentilmente creato per la mia regione Umbria e mi sono diretta in cucina. Ed ecco che mi sono ritrovata in una cucina-fucina. Tutti erano già con le mani in pasta, tutti avevano in mente cosa cucinare io ancora cercavo, farfugliavo e la gamba si gonfiava vistosamente. Mai perdere le speranze perché Scaccio conosce preparati naturali “Vai in farmacia e cerca ARNICA e Artiglio del Diavolo vedrai che ti passa”. A Montevarchi c’è una farmacia in una piazzetta carina. Ci sono arrivata grazie a Cristiana oramai mia fida scudiera e badante delle ore liete. Me la sono ripetuta per ore quel nome “Arnica, Arnica Arnica” ma davanti alla farmacista farfugliavo “Avete per caso la…la…la….del Lasonil all’Arnica?” Con occhio sospetto e circoscritto “Lei parla dell’Arnica o Artiglio del Diavolo” Sapete quando vi aprono quei cassetti scorrevoli che sembrano che dentro ci tengano l’archivio di stato? E la farmacista era in vena di pubblicità esoterica “L’arnica? ma non conosce le proprietà dell’arnica?” “ eh No…poi qui non c’è campo sennò avrei controllato su internet dal cellulare, non mi inquieta l’arnica in sé ma l’artiglio del diavolo. Non è che stasera prima dell’evento devo essere sottoposta ad esorcismo?”. Saccenza farmacologica “Signora questa è Arnica Compositum o Artiglio del Diavolo” “Adesso a quest’ora sinceramente sarà che ho battuto la testa ma non è un priorità parlare in latino la prendo per buona ….quando costa?” “7 Euro e 20” Allora me lo dia 4 scatole perché l’estensione dell’ematoma è direttamente proporzionale alla grandezza della Torretta. Mentre metteva nel sacchetto tutta felice le quattro confezioni se ne è uscita fuori con un “Sa è anche una termo crema?” “Buono a sapersi stanotte mi ci incremo e dormo col pigiama di arnica” Al mio rientro a Rendola la Cristiana ha reso possibile la IN crematura sulla parte battuta, ci siamo sniffate l’odore nafatlinico dell’arnica che stenderebbe anche un montone. Certo è che scendere in cucina mezze ammaccate non c’è stato tanto gusto. Intanto nella fucina cucina in quelle 3 ore avevano creato cose meravigliose. Luca Borghini era lì a coordinare giornalisti, fotografi al tempo stesso era tutto preso nel creare piatti da mettere al buffet. Cioccolato Domori e Majani portati da Giovanna Geremicca e da lei sapientemente usati per fare i suoi fantastici tortelli al cioccolato ripieni di ricotta di bufala e zafferano. Al fianco di WILLI il fido “blogghiero” Willi che in cucina si è rivelato una sopresa. “oh Willi….ma che hai fatto??” “ho realizzato dei Bon bon di parmigiano, zafferano e pistacchi - Una vellutata di Topinambur allo zafferano con polpette di trota e ciuffi di porro croccante - poi ho dato una mano a Giovanna a realizzare i tortelloni e poi ho fatto un bicchiere con della crema di zucca allo zafferano e briciole di pesce croccanti con cialdina di pane ed erbetta cipollina” OUUUSignur ed io??? Avevo ancora da capire cosa avrei dovuto mettere le mani. Perciò mi sono intrufolata nel gruppo forte dell’odore che emanava l’artiglio del diavolo. E’ stato lì che ho intravisto e FINALMENTE ho conosciuto la mitica Shamira ed il suo ragazzo Luca. Baci e abbracci sentiti. La mia Shami è bella come nelle foto anzi no….direi che dal vivo rende molto di più perché sprigiona energia pura. Sole nei capelli. Azzurro negli occhi e pelle di porcellana. Una chef alchemica che proponeva dei paccheri reidrati su fondutina di parmigiano e zafferano con granella di pistacchi, poi i suoi famosi tartufini dolci al caramello salato e zafferano. Lo zafferano era il protagonista indiscusso ( oltre al cioccolato) perciò mi perdonerete se ci saranno tantissime ripetizioni in merito ma il mio vocabolario di sinonimi non porta altro nome se non crocus sativus. Luca aveva fatto una vellutata di zolfini con salvia e zafferano. Io glielo avevo detto “te la ruberò un po’ per farci qualcosa perché a me sembra che qui fuochi a disposizione non ce ne siano forse mi dedicherò al pane visto che i lieviti sono la mia predilezione” Ahime il forno era già occupato dallo chef Vincenzo che stava proponendo pani di ogni tipologia senza far mancare come ingrediente il cioccolato e lo zafferano. Io ho chiesto gentilmente quando avrei potuto usufruire del forno e lui con fare da chef-chef mi ha risposto “per il momento questa tipologia di pane richiede tempo però un posticino per te lo troviamo!” GENERRROSOOOOO!!! Oh di questi tempi e soprattutto in cucine così affollate avere un piano dove lavorare e un posticino nel forno è come trovare un posto al sole “ Grazie…Ciao Vincenzo io mi chiamo Velia…piacere” “si ti conosco in Tv sei più carina ma ti truccano vero?” “Hai ragione infatti non è un trucco semplice sai il mio è un restauro perciò ti ringrazio del complimento e ti chiedo almeno due “gastronom” ed un po’ di carta da forno” Vincenzo burbero ma felice si è visto sorridere oramai schiavizzato dalla mia insolenza. “se ti serve la farina ti faccio vedere dove sta….ti aiuto a portarla qui in cucina” Dopo i miei primi 20 minuti avevo già trovato il mio punto di appoggio non tanto su Vincenzo che pareva non fosse contento di come uscisse fuori il suo pane. “Questo è un pane che richiede una lunga cottura non so se sarà buono come dico io!” “maddai su…..Vincenzo ma ci dobbiamo divertire, sperimentare e poi vuoi mettere il tuo lievito naturale contro Mastro Fornaio?” “lo sai che mi stai simpatica?” ed io “meno male!” Dall’alto del suo metro e 90 scorgevo Simone, chef “titolare” della squadra di Rendola. Senza di lui chef e patron di casa sarei stata ore ed ore a cercare l’attrezzatura di cui avevo bisogno. Ma io visto che sono maga del “crudelity Kitchen” bastava poco. Una bowl, acqua, lievito e farina……..una forchetta per impastare e poi avrei rubato qualche ingrediente di qua e di là senza pormi problemi. Mi sono impegnata a mantenere la carta da forno al solito posto ma in 30 briganti in cucina lei svolazzava in ogni dove e spariva e appariva col vangelo secondo Borghini. Il più silenzioso? Antonio Scaccio perché lui quando cucina è veramente concentrato e prepara il cibo in posizione Zen. Compone un piatto come uno spartito musicale con religiosa precisione, un disegno sacro dettato dal cuore. Ed ecco uscir fuori dalle sue sapienti mani: sformatino di peperoni con zafferano ed emulsione alla soia, maki sushi con riso venere al pecorino e pere, strudel di seitan in salsa d'arancia e zafferano, salsa si pinoli, patate e porri. Premetto che il Seitan lo ha fatto al momento. Ed io ho mancato quel momento sacro perché ero intenta ad ungermi “l’artiglio del diavolo” sulla gamba triturata. Mia nonna da buona toscana avrebbe detto “hai fatto un bel battutto!” pazienza se poi quei piatti magnifici sarebbero stati distrutti ( si fa per dire) dalla folla famelica che da lì a poco sarebbe accorsa. Silvia anche lei molto riservata e silenziosa stava creando i ravioli con stracciatella di bufala, fagioli cannellini. Angela Sole Nero stava suddividendo le materie prime che aveva portato con se, appunto mozzarella di bufala, stracciatella, ricottine fresche. “Angela cara io qui non so più dove mettere le mani mi sembra che ci sia di tutto e di più” E lei con aria da sdrammaturga “Infatti fai quello che senti, quello che ti pare, ognuno di noi fa qualcosa poi se ti serve una mano ci sono anche io!” Ho preparato panini ripieni di ricotta fresca e capocollo croccante, pane speziato usando quello che mi capitava davanti. Mi sentivo in un parco giochi felice come una bimba intenta a creare chissà cosa. Alla fine avevo 8 teglie gastronom ricolme di ogni tipologia di pane che persino Vincenzo stentava a crederci “ma scusa ora dove le cuoci?” “nel tuo forno!” “vabbè dai come promesso ti lascio due piani” “per me anche un cm quadrato di forno ha un importanza vitale Vincenzo sono nelle tue mani” Giovanni Puleri preparava caramello in ogni sua forma Visto che sono una cuoca molto “self service” mi sono pulita il mio piano da lavoro io come piccola fiammiferaia ho sempre ottimi rapporti coi lavapiatti italiani di origine sri-lankese “Lavare io!” “ ma nooo dai lavo io” “ma io qui per questo signora” ed io “scusa ma non lo vedi che non ho nulla da fare?” “ok lavare tu!” Diversa la storia durante la serata mentre portavo al lavaggio pentolini di ogni genere ridendo mi diceva “ora lavi tu?” ed io “no ora lavi te….perchè tengo a che fare”. L’unica cheffa di cui non ho una foto è la Francesca Burzi. Non perché non stesse in cucina ma perché non stava mai ferma e lei con la velocità di una saetta zampettava tra un banco e l’altro ad aiutare tutti. Io e la Giovanna oramai connesse e superconnesse tra iphone e ipad cercavamo di fotografare ogni singolo momento. La Burzi aveva battuto il record su 100 foto tutte erano mosse….Willi cantava mentre stendeva la sfoglia dedicata ai tortelli di Giovanna. “lo chef è un dio!” Non nominare il nome dello chef invano. Tutti sotto la stessa divisa e soprattutto tutti lì per mettersi in gioco apportando qualcosa di nuovo. Condivisione assoluta. Non eravamo Hell’s Kitchen??? Ma come io avevo l’artiglio del diavolo? Nel primo pomeriggio è arrivata Maria Grazia di Solo Chef sponsor di CHEF ON THE ROAD. Grembiuli personalizzati e per me anche una giacca rossa personalizzata, cul colletto mio nome ed è stato emozionante. Poi ecco un pensiero inaspettato un mio ritratto in acquerello fatto e donato dall’amica Maria Luisa(?). Foto di rito oramai rituali. La serata si è movimentata con l’arrivo di Shady chef e titolare delle Rotte Ghiotte, Alberto Rossi macellaio Docg che avrebbe fatto vedere “l’evoluzione della noce” e ci avrebbe deliziato con le sue tartarre di chianina e non solo. Le Pellegrine Artusi sempre belle ed impeccabili. A loro darei il premio “Trendy in the City”. Praticamente loro nascono strafighe e non le vedrete mai col capello ritto ed il mascara sfumato. No le Pellegrine hanno la ricetta segreta che persino l’Artusi non ha mai trovato. Allegria toscana pura e genuina al 100%. Stefania Pianigiani....ecco a lei un pensiero caro per la sua grande ospitalità interiore. Sa accoglierti col cuore e leggere oltre le righe. Un piccole regalo per me. Un bracciale fatto con le mani di chi prega "sai Velia ho pensato a te...ora te lo metto" Stefania sei una persona speciale con la S maiuscola. Piccola grande donna. Nei tuoi prossimi viaggi vorrò seguirti....soprattutto se porti via la cassettina della 626.....oppure il 118!!! Poco dopo sono salita in camera per riposarmi, il tempo di ritoccare il restauro delle belle arti ( moi) e dare una nova sfregata con l’unguento magico di arnica. Alla discesa della Torretta questa volta coi piedi di piombo. Ho ritrovato amici di vecchia data. Le tavole per il buffet erano perfettamente addobbati di ogni delizia. Luca Borghini ci ha introdotto Francesco Ciabatti giornalista del Settimanale di Arezzo che da lì a breve avrebbe intervistato Antonio Scaccio, Alberto Rossi e me……ero un po’ agitata. Quando ti intervistano che bisogna dire??? Ho pensato che li avrei ipnotizzati con quell'odore balsamico che mi portavo dietro..... Ci hanno relegato nell’ufficio wedding planner della Sig.ra Cilibrizzi. Sono rimasta incartata in un velo lungo che ho poi minuziosamente ripiegato sulla sedia di fronte. Ci siamo seduti mentre l’odore dell’arnica pervadeva l’aria. MI sentivo nuova di zecca. Velia: "Mi ha colpito molto arrivare e ritrovarsi a tavola, col ristorante vuoto. In situazioni diverse da questa magari ci saremmo guardati con occhio sospetto, chiedendoci: “Sarò all’altezza dei colleghi?”. Ma qui l’atmosfera è davvero rilassata, e produttiva, nonostante le “regole del gioco” si possano riassumere con: “Apri il frigo e decidi!” [ride, nda]». Alberto Rossi: "«Sono felice di essere in mezzo a tutti questi cuochi, solo col confronto ci può essere crescita. Io capisco che indirizzo dare a ogni taglio, come presentarlo, loro conoscono sempre meglio una materia prima importante. Poi mi diverto anche: ho presentato l’“evoluzione della noce”, il famoso “osso della suocera” con cui si possono fare bolliti, tartare… E ci si sente valorizzati: non siamo solo quelli che “portano la ciccia" Antonio Scaccio:"– la passione è alla base di tutto, ci fa muovere dalle nostre cucine per ritrovarci e trasmettercela l’un con l’altra, assieme al nostro modo di lavorare». Arezzo è Bellissima, come tutta la Toscana: qui avete una cucina favolosa, e c’è un grande spirito di ospitalità. Ma sono le persone a fare la differenza. Questo vale anche quando si cucina: il cibo non è apparenza». Articolo apparso sul “Settimanale di Arezzo” n. 124 di venerdì 9 novembre 2012 © Edizioni Giorgio Vasari. Tutti i diritti riservati Quello che è accaduto dopo amici sarà un vero GOSSIP.....stay tuned!!!! Noi donne cheffe....tutte all'Actors Studio!!!! E sarà la parte più divertente e DISSACRANTE dell'intera CENA.......Sintonie Assurde, Amori nascenti, matrimoni frantumati.....ma tanto c'era la Cilibrizzi!!!!!! IL RE DELLA SERATA ovviamente Fabio col suo Zafferano.....io direi di fare una bella visita sul suo sito per scoprire che lo zafferano è molto di più che una polvere o un pistillo per fare un risotto alla milanese. LO Zafferano è ORO::.....il re dei re per eccellenza. Lo Zafferano il Re dei Re www.zafferanoilredeire.it/

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