Chi ben comincia... #14

Creato il 24 giugno 2014 da Valentina Seminara @imatimehunter

Chi ben comincia è una rubrica a cadenza settimanale -anche se io sono un po' lunatica e a volte salto sorvolo la questione ordine- ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri, e consiste nel condividere con voi lettori le prime righe dell'incipit di un romanzo che ho letto/sto leggendo/leggerò per indirizzarvi positivamente o meno verso la lettura in questione.
Era da un po' che non pubblicavo qualcosa per questa rubrica, e credo che il romanzo che ho appena finito -e che esce proprio oggi!- faccia al caso mio. E' ambiguo e incredibilmente particolare, per certi versi mi ricorda Mara Dyer, ma in una versione più soft e sintetica. Ringrazio la DeAgostini per avermi permesso di leggerlo in anticipo, l'ho divorato in così poche ore che mi sembra ancora di sentire le parole scivolarmi fra le dita. Ma bando alle ciance, leggete coi vostri occhi!
Parte Prima
Benvenuto
Capitolo 1

Benvenuti nella splendida famiglia Sinclair.
Qui non ci sono criminali.
Non ci sono drogati.
Non ci sono falliti.
I Sinclair sono atletici, alti e belli. Siamo una facoltosa famiglia di stirpe democratica. Abbiamo sorrisi smaglianti, menti squadrati e un temibile servizio a tennis.
Non importa se i divorzi straziano i muscoli dei nostri cuori. Non importa se il fondo fiduciario si sta esaurendo e le fatture inevase si accumulano sul ripiano della cucina. Non importa se i flaconi di pillole affollano il comodino.
Non importa se uno di noi è perdutamente, disperatamente innamorato.
Un amore così
estremo da richiedere
un rimedio
altrettanto estremo.
Siamo Sinclair.
Nessuno è spiantato.
Nessuno commette mai errori.
Passiamo l’estate su un’isola privata al largo delle coste del Massachusetts. E forse non vi serve sapere altro.  
Capitolo 2

Il mio nome per esteso è Cadence Sinclair Eastman.
Vivo a Burlington, nel Vermont, con mia madre e tre cani.
Ho quasi diciotto anni.
I miei averi si limitano a una tessera della biblioteca piuttosto usurata e poco altro, anche se è vero che abito in una grande casa piena di oggetti inutili e costosi.
Una volta ero bionda, ma adesso i miei capelli sono neri.
Una volta scoppiavo di salute, adesso invece non sto bene.
Una volta ero carina, adesso invece ho un’aria malata.
È vero che soffro di emicranie dall’incidente.
È vero che non posso soffrire gli idioti.
Mi piacciono le sfumature di significato. Chiaro? Soffrire di emicranie. Non soffrire gli idioti. La stessa parola ha quasi il medesimo significato nelle due frasi, eppure non completamente.
Soffrire.
In un certo senso esprime un’idea di resistenza, anche se in modo improprio.
Potete già intuire cosa intendo per particolare o ambiguo. Quando ho iniziato L'estate dei segreti perduti della Lockhart, mi è sembrato di star iniziando una specie di film horroh in cui il mostro poteva saltare fuori da un momento all'altro *si, sono così impressionabile*, ma ho tenuto duro perché, a dispetto della sua stranezza, è stata proprio quella ad invogliare la lettura, ad impedirmi di staccarmi dal libro finché effettivamente non sono riuscita a finirlo. Mi ci saranno voluto alcune ore, non di più, ma nella sua brevità è stata una lettura intensa e emotivamente coinvolgente. Al che non posso non sperare che l'inizio vi intrighi abbastanza da farvi correre in libreria oggi stesso a acquistare la vostra copia! E non scordatevi di dirmi cosa pensate di questo piccolo assaggio!

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