Come più volte abbiamo cercato di far notare, da Via Urbana passa un fronte interessantissimo per la città. Si tratta del primo caso, nella storia moderna di Roma, in cui la schiacciante alleanza di residenti e commercianti hanno capito che la presenza delle vetture peggiora enormemente la qualità della vita. La prima volta in cui si è capito che la presenza di automobili piazzate alla rinfusa ovunque darà anche dei vantaggi, ma che questi sono enormemente inferiori agli svantaggi sotto ogni punto di vista.
Sono state consegnate migliaia di firme, sono state coinvolte tutte le associazioni e tutti hanno dato il loro assenso. C'è un movimento popolare, dal basso, che però ha coinvolto anche livelli molto alti, straordinario. Solo gli assessori coinvolti nella cosa (Estella Marino, Guido Improta) e il sindaco della città (Ignazio Marino) sembrano non accorgersene. Per l'ennesima volta dimostra pochezza politica, poca lungimiranza, dimostra di essere consigliati male e di non aver la visione necessaria. Un'altra volta hanno qualcuno che gli ha alzato una palla incredibile, che decidono di no schiacciare.
Intanto i cittadini vengono lasciati da soli, in balia degli incivili che pur di posteggiare si infilano nel quartiere e in balia di interessi loschi. Come chiamare, altrimenti, il parere negativo che i Vigili Urbani del Primo Gruppo hanno espresso in seno al Municipio: la doppia fila di paletti che permetterebbe una pedonalizzazione di fatto e toglierebbe la sosta da entrambi i lati di Via Urbana sono "pericolosi", hanno scritto proprio così. Una soluzione utilizzata non solo in molte parti della nostra città (Via del Boschetto stessa, a poche decine di metri da Via Urbana), ma che è la normalità in tutto il mondo, da noi viene considerata pericolosa.
Certo avere strade pulite dove grazie ad un arredo urbano finalmente ben concepito non si possono svolgere infrazioni può essere considerata una diminutio per i Vigili. Se fai un arredo urbano civile poi non esistono auto in divieto, non esistono cittadini ricattabili, non esistono arbitrarietà, non esistono strade dove tolleri la sosta per decenni e poi, magari, per un giorno fai le multe. Non esiste, in definitiva, il dividendo della discrezionalità del vigile urbano e conseguente corruzione. Se la strada è ben arredata e non ci sta "un buco" dove lasciare la macchina, non puoi più pensare che il barista ti regali il caffè perché tu sai che quella buttata in maniera abusiva in un angolo è la sua auto e tu decidi di non multarla. Semplicemente quell'auto non potrà più fisicamente starci e chi è chiamato a controllare perderà una fetta di potere a vantaggio della qualità della vita di tutti. E allora mai sia. Non si faccia. Non a Via Urbana, sia mai che poi altri vogliano copiare.
Non bastavano le Soprintendenze a lottare a favore della sosta selvaggia delle auto in zone iper delicate, ora ecco anche i vigili...In tutto questo medioevo dovrebbe intervenire con grande chiarezza il Sindaco o per lo meno il Presidente del Municipio. E invece non è stato così. La gente che fa il flash mob in Via Urbana è la stessa gente che ha garantito a Ignazio Marino un consenso bulgaro 2 anni fa. Il medico di Genova, tuttavia, sembra non interessato ai suoi elettori. Specialmente a quegli elettori a valore aggiunto, quelli che avevano condiviso il messaggio inequivocabile di civilizzazione, di lotta alla assurda malattia tutta romana per l'auto che proveniva da una campagna elettorale in bicicletta. Quella bicicletta, ne siamo convinti, ha spostato decine di migliaia di voti, ma quella bicicletta il sindaco l'ha tradita terribilmente e continua a tradirla ogni giorno. Con Via Urbana ha l'opportunità di invertire la rotta e iniziare a raccontare un'altra storia.