Buona sera, amici! Stavo studiando oggi, quando mi è venuto in mente di scrivere un post con sproloqui vari ma poiché non riesco a finirlo, visto quanto sono capace di divagare e ciarlare, ho pensato bene di lasciarvi un assaggio di un libro che ho finito qualche sera fa e di cui spero di parlarvi prestissimo. Curiosi di sapere qual è?
Chi di teaser ferisce è una rubrica inventata dal blog Should be reading col titolo teaser Tuesday ma che io ho pensato di rendere casuale. Posterò quindi una citazione del tutto spoiler-free dal romanzo che sto leggendo e vi invito a fare lo stesso per scambiarci letture e invogliarci a prendere in considerazione nuovi libri!
Ma che diavolo sta dicendo?! Lo fisso, a bocca aperta. «Io non ho mai detto che tu abbia una malattia sessualmente trasmissibile!»
La sua voce è ancora sommessa ma furiosa. «E poi non è vero che prendo sempre l’ultimo pezzo di pizza.»
«Ma di che stai parlando?»
«Lo hai detto tu. Nella tua lettera. Hai detto che sono un egoista che va in giro a infettare le ragazze con malattie sessualmente trasmissibili. Ricordi?»
«Quale lettera? Io non ti ho mai scritto una lettera!»
Aspetta. Sì che l’ho fatto. In effetti gliel’ho scritta, ma un secolo fa. È impossibile che si riferisca a quella lettera.
«Invece sì. Me l’hai scritta. Era indirizzata a me, ed eri tu il mittente.»
Oh dio. No. No. Non è possibile che stia succedendo davvero. Sto sognando. Sono in camera mia e sto sognando, e Peter Kavinsky è nel mio sogno, e mi guarda in cagnesco. Chiudo gli occhi. Sto sognando? È tutto vero?
«Lara Jean?»
Apro gli occhi. Non sto sognando, è tutto vero. Sto vivendo un incubo. Peter Kavinsky ha in mano la mia lettera. La calligrafia è la mia, la busta è mia, è tutto mio. «Come… come hai fatto ad averla?»
«Mi è arrivata ieri per posta» sospira Peter. In modo burbero aggiunge: «Senti, non è grave, basta solo che tu non vada in giro a dire alla gente che…».
«È arrivata per posta? A casa tua?»
«Sì.»
Mi sento svenire. E spero proprio di svenire, così non sarò più costretta a vivere questo momento. Sarà come nei film, quando una ragazza perde i sensi dallo spavento e il combattimento avviene mentre lei è incosciente e si risveglia in un letto d’ospedale con qualche graffio, ma avendo evitato di assistere al peggio. Quanto vorrei che succedesse anche a me.
Mi accorgo di aver cominciato a sudare. In tutta fretta, dico: «Sappi che ho scritto quella lettera moltissimo tempo fa».
«D’accordo.»
«Anni fa. Tantissimi anni fa. Non ricordo neppure cosa ho scritto.» Da vicino, il tuo viso non era solo bello, era affascinante. «Sul serio, quella lettera è delle medie. Non so neanche chi te l’abbia spedita. Posso vederla?» Allungo la mano per prenderla, cercando di rimanere calma e non sembrare disperata. Semplicemente tranquilla.
Lui esita e poi mi mostra il suo sorriso perfetto. «No, voglio tenerla io. Non avevo mai ricevuto una lettera del genere.»
Balzo in avanti, e svelta come un gatto gliela strappo di mano.
Peter ride e alza le mani in segno di resa. «E va bene! Prendila.»
«Grazie.» Comincio ad allontanarmi. Il foglio mi trema tra le mani.
«Aspetta.» Peter esita. «Ascolta, io non intendevo rubarti il tuo primo bacio. Voglio dire, non era mia intenzione…»
Faccio una risata, forzata e finta, che sembra folle anche alle mie orecchie. Le persone si girano a guardarci. «Scuse accettate! È acqua passata!» E poi sfreccio via. Corro come non avevo mai corso in vita mia. Fino allo spogliatoio delle femmine.
Come è potuto succedere?
Mi accascio a terra. A volte ho sognato di andare a scuola nuda. Oppure di andare a scuola nuda senza aver studiato per il compito, in una classe diversa dalla mia, oppure di andarci nuda, senza aver studiato e perseguitata da un assassino che vuole uccidermi. Questi incubi, però, non sono niente a confronto con quello che sto vivendo adesso.
E poi, siccome non so cos’altro fare, tiro fuori dalla busta la lettera e la leggo.
Caro Peter K,
prima di tutto mi rifiuto di chiamarti Kavinsky. Tu ti consideri figo, a farti chiamare per cognome. Sappi che Kavinsky sembra il nome di un vecchio con la barba lunga e bianca.
Lo sapevi, quando mi hai baciata, che mi sarei innamorata di te? A volte penso di sì. Anzi, ne sono sicura. E sai perché? Perché tu sei convinto che TUTTE ti amino, Peter. È questo ciò che odio di te.
Perché in effetti ti amano tutte. Compresa me. Io, però, ho smesso di amarti.
Ecco tutti i tuoi difetti:
Fai i rutti e non chiedi scusa. Pensi che gli altri trovino la cosa seducente. E se così non fosse, chi se ne frega, dico bene? Sbagliato. A te importa cosa pensano gli altri di te.
Prendi sempre l’ultimo pezzo di pizza. Non chiedi mai se lo vuole qualcun altro. Questo è un atteggiamento da maleducati.
Sei bravo in tutto. Troppo bravo. Avresti potuto dare l’occasione anche ad altri di essere bravi, ma non lo hai mai fatto.
Mi hai baciato senza ragione. Anche se sapevo che ti piaceva Genevieve, e lo sapevi anche tu, e anche Genevieve. Eppure lo hai fatto comunque. Perché potevi. Voglio proprio sapere: perché mi hai fatto questo? Il mio primo bacio avrebbe dovuto essere speciale. Da quello che ho letto, si dovrebbero sentire i fuochi d’artificio e il rumore delle onde nelle orecchie. Io non ho sentito niente di tutto questo. Grazie a te, il mio bacio non è stato per nulla speciale.
Il fatto peggiore di tutti è che quel bacio da nulla è la cosa che mi ha spinto a perdere la testa per te. Prima non provavo nulla. Non pensavo a te in quei termini. Genevieve ha sempre detto che tu sei il ragazzo più bello della nostra età, e io le davo ragione, perché lo sei. Ma non ti trovavo per nulla attraente. Un sacco di persone sono belle. Questo però non le rende interessanti, intriganti o fighe.
Forse è per questo che mi hai baciata. Per controllare la mia mente, per costringermi a innamorarmi di te. Il tuo trucchetto ha funzionato. Da allora, hai cominciato a piacermi. Da vicino, il tuo viso non era solo bello, era affascinante. Sono pochi i ragazzi che possiedono fascino. Per me c’eri soltanto tu. Penso che sia dovuto alle tue ciglia, talmente lunghe che te le invidio.
Anche se non te lo meriti, ora elencherò tutte le cose che mi piacciono (piacevano) di te:
Una volta a scienze nessuno voleva fare coppia con Jeffrey Suttleman perché puzza, e tu ti offristi senza problemi. Di colpo, tutti cominciarono a pensare che Jeffrey non fosse poi così male.
Sei ancora nel coro, anche se tutti gli altri maschi sono passati a banda e orchestra. Canti perfino gli assólo. E balli, senza imbarazzo.
Sei stato l’ultimo ragazzo a crescere in statura. E ora sei il più alto, ma è come se te lo fossi meritato. E poi, quando eri basso, a nessuno importava: alle ragazze piacevi comunque e a ginnastica i maschi ti sceglievano sempre per primo nelle partite di pallacanestro.
Dopo che mi hai baciata, mi sei piaciuto per il resto della seconda media e quasi tutta la terza. Non è stato facile vederti con Genevieve, mano nella mano e a scambiarsi baci sull’autobus. Probabilmente la fai sentire speciale. Perché è questa la tua dote, no? Sei bravissimo a far sentire speciali le persone.
Tu sai cosa significa amare talmente una persona da stare male e sapere che non sarai mai ricambiato? Probabilmente no. Quelli come te non hanno la sfortuna di provare questo genere di cose. È stato più facile dopo che Genevieve si è trasferita e abbiamo smesso di essere amiche. A quel punto, almeno, non ho dovuto più stare ad ascoltare i suoi racconti.
E ora che l’anno è quasi terminato, sono certa di aver messo la parola fine anche ai sentimenti che provavo per te. Ora sono immune al tuo fascino, Peter. Sono proprio orgogliosa di essere l’unica ragazza della scuola ad essere stata vaccinata contro la seduzione di Peter Kavinsky. Questo perché ho avuto una dose altissima di te in seconda e terza media. Ora non devo più temere di essere colpita dal tuo charme. Che sollievo! Scommetto che se dovessi baciarti ancora sarei sicuramente colpita da qualcosa, e non sarebbe amore. Sarebbe una malattia sessualmente trasmissibile!
Lara Jean Song
di Jenny Han
TITOLO ORIGINALE: To all the boys I’ve loved before
EDITORE: Piemme
ANNO: 2015
PAGINE: 372
Lara Jean non ha mai apertamente dichiarato di essere cotta di qualcuno. Quello che fa è scrivere a ciascuno dei ragazzi di cui si è innamorata una lettera, che poi imbusta e custodisce gelosamente in una vecchia cappelliera. Un giorno, però scopre che tutte le lettere sono state spedite… e all’improvviso la sua vita diventa molto complicata, ma anche molto, molto più interessante