Uno studio sociologico commissionato dalla Russ Reid Company, chiamato “Heart of the Donor”, ha proprio in questo periodo confermato come la cultura atea sia “allergica” alla beneficenza verso l’uomo, e preferisca sostenere opere a favore degli animali e della vegetazione. L’indagine rivela anche che la maggioranza delle persone religiose non sostengono specificamente un’opera religiosa, ma donino denaro ad enti non confessionali.
Lo studio ha intervistato più di 2000 adulti americani e ha trovato che chi frequenta la chiesa ha molte più probabilità di finanziare progetti per: disastri ambientali (in particolare i cattolici), la riduzione della povertà (questi progetti sono i meno scelti da chi non è religioso), le persone con disabilità, i veterani della guerra, Ong internazionali di soccorso e sviluppo, progetti per lo sviluppo del bambino, per la promozione religiosa, l’educazione infantile (in particolare i protestanti) e l’istruzione superiore. Coloro che invece non si identificano come religiosi o non aderiscono ad alcuna religione specifica hanno più probabilità di sostenere progetti per la fauna selvatica e l’ambiente, a favore della cultura, e del benessere degli animali.