Tra una sceneggiatura inizialmente indecifrabile e che poi serra il ritmo tenendo incollati allo schermo ed una fotografia abilissima nel ritrarre sfumature e dimensioni di ogni personaggio e dei luoghi all’interno dei quali gli vengono mossi, “The drop” è un noir metropolitano dall’innegabile fascino che ha il grande pregio di districarsi tra personaggi tutti diversi tra loro ma che hanno in comune trascorsi oscuri che ognuno tenta di lasciarsi alle spalle - in particolare dai toni al contempo malinconici ed inquietanti sono i caratteri interpretati da Tom Hardy (Bob) e James Gandolfini (Marv) - dimentichi però dell’ovvia considerazione secondo la quale il passato che tentano di dimenticare/rimuovere/seppellire è il motivo del proprio esistere nel presente- nello specifico per “presente” s’intende al momento della narrazione -.
Viste le considerazioni appena fatte, che vanno ad unirsi ad un’ottima codifica strutturale che rispetta il genere dal quale attinge e sul quale pone le basi per la propria estetica, “The drop” sarebbe un film perfetto - verrebbe anzi da dire al limite del capolavoro - se non fosse per gli ultimi dieci minuti che, dovendo giudicare il prodotto nella propria interezza, abbassano, e di parecchio, il livello.Antonio Romagnoli