gadget nostalgici
La situazione paradossale di per sé, di commemorare colui che ha portato l'Italia alla "vergogna del mondo", con l'istituzione delle leggi razziali, ha assunto dimensioni parossistiche, se vogliamo: ma per altri versi satiriche.Il Parroco del paese dell'Appennino Forlivese - don Urbano Tedaldi - era assente per un impegno, e la Santa Messa di commemorazione funebre, è stata celebrata dal vice-parroco: prassi, penserete voi, ma invece no! Satira. Si, perché, quel vice di Don Tedaldi, è una "faccetta nerissima", altroché la "bell'abissina"! Padre Martin - è questo il nome - è nigeriano! Per nulla turbato dalle maglie con le scritte "Italia agli italiani" o "italiani si nasce: non si diventa", è stato lui a celebrar Messa; forse l'avranno scosso un po' di più, i perizomi con la scritta "Boia chi molla" (come disse Cicciolina ndEm). Per fortuna che l'omelia, simil-comizio, l'ha condotta il cappellano fascista Giulio Maria Tam - formatosi nel seminario di Econe, del vescovo Marcel Lefebrve, ora scomunicato - altrimenti i già spiazzati-alle-urne camerati, avrebbero veramente perso ogni riferimento. Tam, al quale la chiesa ha inibito l'amministrazione dei sacramenti, ha invitato a ricorda l'importanza ed il valore simbolico delle Crociate, soprattutto adesso, davanti all'invasione dell'Islam (ha anche definito Wojtyla un "modernista"). "Altro che tornare sui propri passi e chiedere scusa, come hanno fatto gli ultimi pontefici, altro che pacifismo e porgere l’altra guancia: i preti oggi si dimenticano di ricordare ai fedeli che Gesù ha cacciato due volte i mercanti dal tempio", ha po arringato.La partecipazione del popolo, che ormai in cabina elettorale si divide tra i duri e puri - che votano Fiore e Forza Nuova - e quelli che invece cedono "all'evoluzione politica italiana" - straordinario eufemismo - votando Lega (di cui condividono le basi ultra-nazionaliste, ma non il secessionismo), è stata però più scarsa del solito.Le visite a La Mecca del profeta del fascismo, sono a dire il vero, mediamente diminuite di gran lunga negli ultimi anni: per lo meno rispetto agli anni d'oro, quelli in cui Adone Zoli, Presidente del Consiglio nel '57-'58, fece trasferire la salma di Mussolini nella città natale.Ormai, Predappio, è diventato un baraccone nostalgico, tipo Luna Park: con vendita di articoli di dubbio gusto estetico - absolutely not made in Italy - souvenir della memoria, come i sopra citati indumenti intimi, o il profumo "Nostalgia", modellini e busti del Duce. Lo stesso sindaco Giorgio Frassinetti - che per altra ironia della sorte, è di centro-sinistra - ammette di dover combattere con questa damnatio memoriae pesantissima. "Predappio, stretta tra logiche commerciali e il compito di sanare le ferite del passato, rischia la banalizzazione, ma è possibile –si domanda il sindaco, che si ispira proprio "al modello di saggezza politica, pietà cristiana e volontà di riconciliazione di Zoli", - che dopo tanti anni siamo ancora qui a darci dei fascisti e dei comunisti?”.La scampagnata nostalgica, è finita nel più italico dei modi: in trattoria, a birra e salsicce, per rinvigorir lo spirito e placar la viril fame, con i piatti tipici della ardita cucina romagnola...(Guarda il video)O mio Dio!...