Chi ha paura della chimica?

Creato il 03 marzo 2012 da Giornalismo2012 @Giornalismo2012

-Di Karima Al Zeer

Nell’immaginario comune, sentendo la parola “chimica” si pensa spesso a cose negative e dannose per l’uomo, oppure tornano alla mente le lunghe nonché incomprensibili (ed apprezzate da pochi) lezioni di chimica di quando si andava al scuola.

Ma cos’è realmente la chimica? E’ la scienza della materia e delle trasformazioni che essa è in grado di subire. Il mondo della chimica abbraccia quindi ogni possibile materiale, dalle rocce, al cibo che mangiamo, alla carne da cui siamo costituiti, al silicio che utilizziamo nei computer o nei vetri delle finestre.
Nulla di materiale è fuori dal campo della chimica, sia esso vivo o morto, vegetale o minerale, terrestre o astrale.
Basta guardarsi intorno per rendersi conto dell’impatto che la chimica esercita sulla tecnologia e sulla società.
Gli uomini, senza rendersene conto, facevano chimica già quando forgiavano i primi suppellettili e le prime armi trasformando in metalli i materiali che trovavano all’interno delle rocce. Mano a mano cresceva la loro abilità di lavorare e trasformare i materiali tanto che crearono i primi oggetti in vetro, i gioielli, le monete e le ceramiche.

Lo sviluppo dell’acciaio accrebbe l’impulso della chimica sulla società, tanto che gli acciai aprirono la strada alla rivoluzione industriale. Incominciarono a nascere le prime grandi fabbriche, ci fu un’evoluzione dei trasporti così che il commercio si ampliò moltissimo.

Nel nostro secolo e nel precedente ci sono stati grandi progressi a livello dell’industria chimica. In agricoltura i concimi sintetici hanno fornito i mezzi per nutrire la popolazione del pianeta in continua crescita. La chimica ha trasformato le comunicazioni e i trasporti, ha messo a disposizione materiali perfezionati come i polimeri per i tessuti, il silicio per i computer e il vetro per le fibre ottiche, ha inoltre messo a punto combustibili più efficienti e rinnovabili.
La chimica ha trasformato la medicina, aumentando le aspettative di vita ed ha assicurato le basi dell’ingegneria genetica.

Purtroppo, però, la Terra è stata sottoposta a forti sollecitazioni a causa del rapido sviluppo dell’industria e dell’agricoltura e parte del patrimonio tramandatoci dai nostri progenitori è stato danneggiato.
L’interesse per la salvaguardia e il benessere della Terra sta diventando una cosa diffusa, con l’augurio che ciò inizi a far parte delle priorità delle persone e delle comunità internazionali.
Sarà nostro compito, grazie anche alle basi che sono già state realizzate, contribuire a cercare di diminuire le brutalità dell’impatto che il progresso determina sull’ambiente.
E per farlo, comunque, ci sarà bisogno della chimica.

E così come il medico ha posto fin dai tempi antichi l’etica al centro dei suoi pensieri, poiché il suo fine è la cura dell’uomo, ciò deve avvenire anche per il chimico, poiché anche ad esso è affidata la non piccola responsabilità di aver cura della Terra. Il chimico dovrà quindi essere all’altezza delle sfide presenti e capace di fornire il suo insostituibile contributo alla costruzione della Cultura della Responsabilità e della Sostenibilità, le sole che consentono di affrontare le criticità del presente. È quindi sempre più indispensabile unire le culture scientifiche, umanistiche e sociali che sono rimaste a lungo distanti.

Il chimico deve quindi cercare di fornire un’immagine positiva e rassicurante, soprattutto in ambiti delicati quali etica, sicurezza, ambiente, perché se l’immagine non è tutto, sicuramente non giova averne una negativa.

Il chimico che sia in grado di estrarre dal proprio cuore elementi che hanno nome compassione, rispetto, amore, pazienza, rimorso, sorpresa e capacità di perdonare, componendoli in un tutto unico, sarà in grado di creare quell’atomo che ha nome amore” (Khalil Gibran)


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